domenica 5 luglio 2015

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)






«Figlio dell’uomo, io ti mando … a una razza di ribelli, … Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro». (Ez 2)

Sapranno … non ha la pretesa - il Signore - di fare i conti subito!

Il cristiano nel mondo – come il suo Signore - è presenza, non è esattore, ma è profezia di una Presenza.

Il cristiano nel mondo cammina con gli occhi rivolti al Signore.

Solo con lo sguardo in Dio ci si può trasfigurare in Colui che si contempla per poi essere una Presenza.

Solo con lo sguardo in Dio si può essere profezia che attende, senza la pretesa di fare i conti, ma essere in mezzo agli uomini come una profezia del Regno!

Profezia? Ma cosa è profezia?

La piccolezza e l’umiltà di essere segno del Regno, questa è già profezia.

Perché il cristiano-profezia sa che « basta la grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».

Quante volte invece il cristiano ha cercato di essere segno del Regno, profezia, senza piccolezza e senza umiltà.

Quante volte in questa ricerca di presenza senza umiltà e piccolezza, rischiamo di non essere presenza.

L’Apostolo Paolo raggiunge questa consapevolezza quando dice:

Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo.

Dimori in me la potenza di Cristo.

Il cristiano è profezia quando dimora in lui Cristo.

Mi piace ridire questo con una affermazione del Venerabile Giuseppe Michele Ghezzi:

Il Sacratissimo Cuore di Gesù si degni di svuotare

il mio cuore dell’amore disordinato di me stesso,

perché solo nei cuori vuoti di amor proprio

Iddio mette il suo amore.

Ecco la via della profezia.

Pensate a Madre Teresa, a Don Tonino Bello, a fratel Ettore, ed ai tanti sconosciuti dal cuore svuotato e riordinato, ma traboccante dell’amore di Cristo. Ecco la profezia per il Regno!

Da qui nasce lo stupore che deve stupirci per stupire!

«Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?

Solo in questo stupirci della propria debolezza che il cristiano diventa profezia, segno del Regno in questo tempo. Senza altra pretesa, solo di essere presenza.

Certo, non faremo miracoli, nemmeno pochi, come Gesù a Nazareth, ci meravigliamo dell’incredulità del tempo, degli uomini, dei nostri cari, ma non scomponiamoci, non perdiamoci d’animo, ma come Gesù, cerchiamo di piacere al Padre, con umiltà e piccolezza.

Concludo con le parole di San Gaspare del Bufalo in Mese dedicato al Prezioso Sangue:

O Sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di ogni misericordia, fa che la mia lingua imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre. Amen.

La "Maria Goretti" di Macerata


Madonna della Misericordia
Macerata

Anna

Le truppe francesi il 5 luglio 1799, attraverso Porta Romano, come un “torrente di furibondi soldati, quali affamati leoni, si precipita dentro l’abbattuta città. Si tempestano colle fucilate le finestre e le porte delle abitazioni, e chiunque si mostra per le strade e le piazze viene ucciso. Atterrano a colpi di cannone la statua di San Giuliano esposta sulla piazza, e i frantumi danno alle fiamme; appiccano il fuoco alle case … scaricano un cannone a mitraia e sparano molte fucilate contro la chiesa della Misericordia e 14 individui di un popolo inerme, atterrito, che imploravano presso gli altari, cadono spenti … l’onestà delle vergini, delle spose, delle matrone, delle consacrate nei chiostri e perfino le vecchie viene lacerata col più sozzo e crudele abbrutimento. Tutto si pone a ferro e fuoco; si atterrano le porte delle chiese, si rapiscono i vasi sacri, i scari paramenti … si fracassano con il calcio di fucile i cibori, si spargono per terra e si calpestano le sacrosante particole …”. La giovane Anna per aver tentato di difendersi, viene trucidata selvaggiamente: “aveva mancante il mento e le mandibole e non si ravvisava in alcun modo la lingue, e parea che le avessero pestato la faccia, o sbalzate vie le suddette parti con il moschetto. Faceva raccapriccio. Il rimanete lo ricoperse la modestia di chi si avvide il primo di tale strage mossa dalla dissolutezza”.