giovedì 2 luglio 2015

Stella Maris, ora pro nobis!



Immagine della Vergine


Anche sulle origini di questa Chiesetta, così come per lo sbarco di Re Gioacchino Murat alla Marina di Pizzo si racconta di una violenta tempesta di mare. Verso la fine del seicento, un veliero navigava nel Golfo di Sant’Eufemia. Improvvisamente il cielo si oscurò e il mare si fece burrascoso. I marinai, tutti di Torre del Greco, fecero voto a Maria SS. di Piedigrotta il cui quadro si trovava nella cabina del comandante, di erigere

una cappella votiva nel punto ove avrebbero toccato terra in caso di salvezza.

Madonna di Piedigrotta
Santuario di Napoli


La nave, pur lottando tenacemente contro la furia dei marosi, venne scaraventata contro la roccia e andò in pezzi. Fra tutto quello sfasciume di

legname, di vele e di cordame una sola cosa era andata ad appoggiarsi intatta sulla spiaggia: il quadro della Madonna. I marinai, tenendo fede alla promessa fatta scavarono nella roccia una buca e vi depositarono la sacra

immagine ripromettendosi di ritornare ed erigere, come promesso, una cappella votiva.

I pescatori locali, temendo che il posto fosse troppo esposto ai marosi, prelevarono il quadro e lo depositarono in una grotta poco distante, ma meno esposta alle intemperie, edificando anche un piccolo altare.

Un mattino, però, dopo una violenta burrasca notturna, il quadro non venne ritrovato al suo posto: il mare aveva invaso la grotta e si era portato via l’immagine sacra rinvenuta dopo pochi giorni nello stesso luogo ove fu trovata la prima volta.

I pescatori decisero, pertanto, di scavare nella roccia, ove toccò terra la prima volta, una grotta con un piccolo altare ove fu posto il quadro della Madonna. Successivamente fu eretta anche una piccola torre e vi fu posta la campana di bordo della nave, datata 1632.

Per circa duecento anni la Chiesetta di Piedigrotta fu questa. Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, Angelo Barone affascinato dai racconti che i pescatori del piccolo borgo di Piedigrotta facevano sull’accaduto, sentì dentro l’animò che doveva fare qualcosa per onorare degnamente quell’avvenimento eccezionale. Una Chiesa! Doveva costruire una chiesa perché vi si venerasse quel quadro. Così nacque il luogo meraviglioso che ora potete ammirare.

La festa è il 2 luglio.
 
 
 

Un’ antica leggenda riferisce così le origini della chiesa di S. Maria di Piedigrotta: la Vergine apparve, alla vigilia dell’8 settembre 1353 rispettivamente a un monaco benedettino, a Maria di Durazzo, monaca di nobili origini, e a un tal Pietro eremita imponendo loro di costruire una chiesa ai piedi della grotta. E si vuole che, proprio durante i lavori di scavo per le fondamenta, sia stata trovata lo statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino.
Una seconda leggenda, quella della “scarpetta della Madonna”, narra che quando il mare giungeva alle porte della chiesa, in una notte di burrasca, in settembre, il sagrestano Bernardino trovò il trono della Vergine vuoto. Mentre cercava aiuto, avendo pensato a un furto, vide la Madonna che tornava con il mantello bagnato. Ella gli disse di essere andata a soccorrere alcuni marinai che avevano invocato il suo aiuto. Nel togliersi la sabbia dalle scarpe, ne dimenticò una sulla soglia della chiesa, dove la ritrovò l’abate sopraggiunto.
In realtà sia i pescatori che i marinai sono soliti affidarsi alla Madonna di Piedigrotta e ringraziarla quando tornano a terra.
 
 
 
La Grotta a Pizzo
fonte


Santa Maria di Piedigrotta
confraternita di Taranto
 

Sangue di Cristo, abbi pietà di noi!




San Gaspare del Bufalo
Apostolo del Prezioso Sangue
Chiesa di Santa Maria in Trivio (Roma)


O piaghe, o Sangue prezioso del mio Signore, che io ti benedica in eterno.
O amore del mio Signore divenuto piagato ! Quanto siamo lontani dalla conformità alla tua vita.
O Sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di ogni misericordia, fa che la mia lingua imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre.
O Signore, chi non ti amerà ? Chi non arderà di affetto verso di te ?
Le tue piaghe, il tuo Sangue, le spine, la Croce: il Divin Sangue in particolare, versato fino all’ultima stilla, con quale voce eloquente grida al mio povero mio cuore !
Poiché tu agonizzasti e moristi per me e per salvarmi, io darò se occorre, anche la vita, perché giunga al possesso beato del cielo.
O Gesù, sei stato fatto per noi redenzione.
Dal tuo costato aperto, arca di salute, fornace di carità, uscì sangue ed acqua a ricordo del bene dei sacramenti e della tenerezza del tuo amore, o Cristo, che ci hai amato e lavato nel tuo Sangue!
 
(S. Gaspare del Bufalo)