martedì 27 gennaio 2015

Cristo o Hitler?




Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».

Siamo ancora dentro il testo, un po’ ostico, della lettera agli Ebrei.
L’autore pone una nuova misura per dare lode a Dio, non la Legge (con tutti i suoi precetti!) e nemmeno il sacrificio animale, ma la lode a Dio è compiere la volontà del Signore.
Questa è la vera lode!
Anzi, alla luce del Vangelo, si comprende che questa è la vera famigliarità con Dio: come il Figlio è tale perché compie la volontà del Padre, così anche noi, siamo in Dio madri e fratelli: Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.

Questa nuova legge è una legge del cuore.
Allora ogni pratica cristiana, ogni devozione, ogni precetto della Chiesa, serve a tenere desto il cuore per vivere la volontà di Dio, che è l’esperienza del Figlio unigenito, nel quale Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!

Oggi è la Giornata dell’Olocausto, ben ci stanno in questo discorso le parole del beato Franz Jägerstätter, cattolico austriaco, che dal carcere scrive:

Scrivo con le mani legate, ma è meglio così che se fosse incatenata la volontà. Talvolta Dio ci mostra apertamente la sua forza, che Egli dona agli uomini che lo amano e non preferiscono la terra al cielo.

Meglio le mani legate che la volontà!
Un cristiano, un cattolico, il beato Franz che ci fa riflettere su cosa vuole dire obbedire alla volontà di Dio.
Ancora scrive:
Siate ubbidienti e sottomettetevi alle autorità (egli un soldato sotto il nazismo) Io credo che si possa anche prestare cieca obbedienza, ma solo se così facendo non si danneggia nessuno. Se al giorno d’oggi gli uomini fossero un po’ più sinceri ci dovrebbe essere, credo, anche qualche cattolico che dice: “Sì, mi rendo conto che quello che stiamo compiendo non è bene, tuttavia non mi sento ancora pronto a morire”.

Possiamo dire credo, in questo ragionamento, che l’Olocausto è anche colpa della non coscienza cristiana.
Ma questo vale ancora oggi quando facciamo tacere la coscienza, e poniamo l’obbedienza alla volontà di Dio non come la lode da dare a Dio, ma il disturbo da non vivere, il silenzio da fare, la coscienza da far tacere. E quindi assecondiamo ogni fratricidio, morale, fisico o verbale di ogni uomo che la cultura del momento definisce come un non uomo. Non fecero così al tempo del beato Franz con gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali. Oggi chi è la vittima di una coscienza messa a tacere?
Negli anni 50 avevamo i terüni; concetto che abbiamo ancora nelle nostre comunità cristiane! Non vi dico poi vecchi sacerdoti! Che vergogna, che onta sul nostro cristianesimo!
Ma siamo ancora lì!
Nulla è stato dimenticato! Ora abbiamo gli extracomunitari, e di recente abbiamo aggiunto gli islamici: con una differenza, ora siamo istigati da tutta una mediazione televisiva che deforma la nostra coscienza, un tempo era tutta farina del nostro sacco! Vergogna!

Scrive ancora il Beato Franz:
Io mi azzardo a dire molto apertamente che chi è pronto a soffrire e a morire, piuttosto che offendere Dio con il più piccolo peccato veniale, è anche disposto a morire per la propria fede. Questi avrà maggior merito di chi viene condannato pur di non abiurare pubblicamente la Chiesa, perché in questo caso si ha semplicemente il dovere, se non si vuol commettere peccato grave, di morire piuttosto che obbedire.

Il cristiano deve avere il coraggio di una disobbedienza civile e sociale se questa va contro l’obbedienza alla volontà di Dio!
Dio vuole l’odio tra gli uomini? Ed allora perché sei razzista!
Dio vuole la morte del figlio in grembo? Ed allora perché fai l’aborto!
Dio vuole le lotte fratricide? Ed allora perché alimenti le guerre tra gli uomini!
Scrive ancora il Beato: noi uomini siamo cambiati in molte cose, ma Dio non ha tolto uno iota dai suoi comandamenti.
Forse nell’essere nella volontà di Dio ti sentirai solo, ma il beato Franz oramai in carcere e a pochi giorni prima di morire afferma:
Né il carcere, né le catene e neppure la morte possono separare un uomo dall’amore di Dio e rubargli la sua libera volontà. La potenza di Dio è invincibile.

La stessa cosa l’aveva detta l’Apostolo Paolo:
Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.


 

Concludo.
Scrive il beato Franz in una lettera al cugino Hans:
Se non ci fosse la paura degli uomini, allora ci sarebbero tanti santi a questo mondo … Non rinunciare alla preghiera perché tu non venga travolto da questa debolezza della paura degli uomini.

uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare … Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, … Amen.