martedì 22 settembre 2015

Santi Maurizio e compagni martiri






S. Innocenzo Martire della Legione Tebea,
compagno di San Maurizio (22 settembre),
patrono di Grassano (MT)

 
O glorioso san Maurizio, che, deliziandovi di conversare col santo vescovo di Gerusalemme, vi deliziaste più ancor degli elogi ch’egli vi fece del Cristianesimo, per cui lo abbracciaste senza ritardo, o con la saviezza dei vostri discorsi e con la santità dei vostri costumi animaste tutti i soldati da voi dipendenti ad imitare il vostro esempio, così nel professar senza indugio la Religione Cristiana, come nell'adempierne con esattezza tutti i doveri, impetrate a noi tutti la grazia di non conversare giammai se non con chi può farci migliori, e di procurare con ogni sforzo l’edificazione e la salute di tutti i nostri fratelli.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. 

lunedì 21 settembre 2015

"apostolo del Vangelo ..."






O Dio, che nel disegno della tua misericordia,
hai scelto Matteo il pubblicano
e lo hai costituito apostolo del Vangelo,
concedi anche a noi,
per il suo esempio e la sua intercessione,
di corrispondere alla vocazione cristiana
e di seguirti fedelmente
in tutti i giorni della nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

domenica 6 settembre 2015

La statua di San Vladimir, simbolo della restaurazione spirituale della Russia





La statua di San Vladimir: simbolo della restaurazione spirituale della Russia

Di Federico Cenci

Roma, (ZENIT.org)

Risale al maggio scorso la firma del presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko, su una legge approvata dal Parlamento che mette al bando i “simboli della propaganda” comunisti e nazisti. Quale effetto della norma, a Kiev e non solo si sta assistendo a una furia iconoclasta che non risparmia nemmeno un orpello che richiami al passato sovietico: targhe e intitolazione di vie a eroi comunisti sostituite, monumenti smantellati e stelle rosse sradicate con lo scalpello. L’anticamera di questa legge fu l’abbattimento, un anno fa, durante i tumulti iniziati a piazza Maidan, di una serie di enormi statue e busti di Lenin disseminati in tutto il Paese.

E mentre in Ucraina ci si preoccupa di demolire i monumenti, in Russia si lavora per edificarli. Al fine di commemorare i 1.000 anni dalla morte di San Vladimir, patrono della Russia, la Chiesa ortodossa russa e il ministro della Cultura, Vladimir Medinsky, hanno sostenuto il progetto di costruzione, sulla cima di una collina di Mosca, di una statua alta 25 metri del Santo, considerato patrono della nazione.

Sovrano della Rus’ (un regno che andava da Novograd, al Volga, al Danubio), San Vladimir, un secolo dopo gli evangelizzatori dei popoli slavi Santi Cirillo e Metodio, scelse di abbracciare il cristianesimo elevandolo a fondamento di civiltà del popolo russo. All’anno 980, ossia 74 anni prima dello Scisma d’Oriente, e a un episodio dalla forte carica simbolica viene fatta risalire la definitiva cristianizzazione della Rus’: dopo esser stato battezzato lui stesso a Cherson (l’attuale Sebastopoli, in Ucraina), San Vladimir impose alla sua famiglia e alla popolazione di Kiev il battesimo nelle acque del Dnipro.

Episodio che suscitò nel sovrano una conversione sincera, tale da trasformare in mite e caritatevole un animo un tempo caratterizzato da dissolutezza e barbarie. L’appellativo di “santo” gli fu attribuito a gran voce subito dopo la morte, motivato da uno stile di vita sobrio e da un modo di governare cristianamente inteso.

Celebrato come santo sia dai cattolici sia dagli ortodossi, la sua memoria liturgica cade per entrambe le Chiese il 15 luglio. È in quella data che il presidente Vladimir Putin ha organizzato un galà al Cremlino con 400 ospiti, per onorare l’apporto storico e spirituale che il sovrano venerato come santo diede alla nazione. “È difficile sopravvalutare il ruolo svolto da Vladimir nella storia del Paese, il battesimo della Russia fu una svolta chiave”, ha osservato Putin.

Il patriarca di Mosca Kirill, nel corso della cerimonia svoltasi nella Cattedrale di Cristo Salvatore, ha lodato San Vladimir e ha sollecitato a render concreta la sua eredità, che consiste nel “salvare l’umanità dall’idolatria, dall’egoismo e dal consumismo dei nostri tempi”.

Entro novembre, la statua di San Vladimir dovrebbe stagliarsi sulla città di Mosca in tutta la sua maestosità, mentre in Ucraina le statue vengono distrutte. Il principio animatore ha tuttavia una radice comune, ossia il desiderio di affrancarsi da un passato recente che evidentemente lede la memoria e avvilisce lo spirito dei popoli russo e ucraino.

Anni di ateismo di Stato in Unione sovietica hanno discriminato e represso le Chiese cristiane mediante campagne antireligiose, spesso assai violente. La tradizione cristiana del popolo russo ha però continuato a vivere sottotraccia, saldamente aggrappata alla fede. Nel 1990, il sommovimento che ha causato la caduta del regime ha fatto riemergere quell’elemento spirituale che covava sotto le macerie di un’ideologia totalitaria e materialista.

È così che in quello che nel ‘900 fu il più grande laboratorio ateo della storia, si assiste oggi a una dirompente rinascita spirituale. A fronte dell’incedere della secolarizzazione in Occidente, l’88% dei russi dichiara di credere in Dio. Ma la rinascita della fede è una causa perorata anche dal Governo, ne sono prova le leggi approvate dal Cremlino a tutela della vita e della famiglia naturale, nonché la scelta di rendere obbligatorio lo studio della religione nelle scuole. E ora, con la costruzione della statua di San Vladimir, il Cremlino ha voluto dare un visibile suggello all’opera di restaurazione del retaggio storico, culturale e spirituale russo.

sabato 5 settembre 2015

BEATE MARTIRI DI GERONA





Sono 1.571 i martiri spagnoli (+ 1936-1939) di cui la Chiesa ha riconosciuto il martirio.
Se il sangue dei martiri e seme di nuovi cristiani, questo ci da molta speranza.
 
Suor Fidelia, Suor Faconda e Suor Giuseppina sono state beatificate, oggi, nella Cattedrale di Gerona.

giovedì 3 settembre 2015

BEATI MARTIRI DI VIACELI

 
 
 
 
Trentotto monaci di Viaceli, nella provincia di Santander, in Spagna, furono espulsi dal loro monastero l'8 settembre 1936 da agenti della Federazione degli anarchici iberici.
 
Imprigionati, furono rimessi in libertà: alcuni si dispersero in case private, altri raggiunsero Bilbao dove la religione non era perseguitata in modo violento, altri si raggrupparono a Santander, formando tre piccole comunità che cercavano di mantenere nascostamente la vita monastica.
 
Probabilmente a causa di qualche delazione, il 1° dicembre un gruppo che comprendeva soltanto fratelli conversi fu arrestato. La polizia marxista voleva sapere da dove prendevano i mezzi di sussistenza. Avendo dichiarato che era il padre priore che si occupava della cosa, fornirono forse agli agenti rossi il pretesto per arrestare un secondo gruppo, che comprendeva il priore e altri monaci sacerdoti.
Pío Heredia, il priore, non volle assolutamente dichiarare il nome di chi forniva loro degli aiuti. Dopo penosi interrogatori e maltrattamenti durante il processo istruito nella notte del 2 dicembre per dare una parvenza di legalità alla condanna dei religiosi, ma in realtà in odio alla fede e per cercare di impadronirsi del loro denaro o per sapere l'indirizzo dei benefattori, avvenne l'esecuzione. 
 
Secondo la testimonianza di un oblato di quindici anni, che si trovava con i monaci e che fu poi rilasciato, i religiosi furono caricati su un autocarro in due gruppi separati, uno nella notte del 3 dicembre, l'altro nella notte successiva.
Non se ne seppe più nulla. Gettati in mare dalla scogliera a picco del faro di Santander o condotti in barca e sommersi nelle acque profonde della baia oppure, come risulterebbe da una testimonianza indiretta, fucilati vicino al cimitero della città? La prima ipotesi sembra la più probabile.
Il 29 dicembre un converso a voti temporanei, Leandro Gómez Gil (1915-1936), fu scoperto dai miliziani in una casa privata: apparteneva al gruppo di monaci studenti e fratelli conversi che si era prudentemente dissolto dopo la scomparsa del padre Pío e dei suoi compagni. Gli altri si rifugiarono a Bilbao, ma Leandro non osò farlo, dato che rientrava nella categoria per la quale era giunto l'ordine di mobilitazione. La polizia rossa lo maltrattò in modo orribile, fino a farlo tanto sanguinare dalla bocca, dal naso e dalle orecchie che un lenzuolo ne fu inzuppato. Il giorno successivo fu cacciato a forza in un'auto e scomparve per sempre. Anche lui fu forse annegato o fucilato. Si seppe in seguito chi lo aveva assassinato in odio alla fede e alla Chiesa: gli uccisori furono perdonati.
 
La passione di questi monaci fu preceduta da quella di due confratelli che erano rimasti al monastero. Infatti il giorno dell'espulsione i banditi marxisti avevano trattenuto con loro due sacerdoti, il segretario padre Eugenio García Pampliega (1902-1936) e il padre Vincenzo Pastor Garrido (1905-1936), probabilmente nella speranza di poter mettere le mani sul denaro dell'abbazia, che ritenevano ricca. Le loro investigazioni non dettero però alcun risultato.
 
Il 21 settembre gli anarchici offrirono ai due padri di accompagnarli in macchina a Santander, ritardando la partenza fino a notte inoltrata, ma a una ventina di chilometri dal monastero li uccisero a colpi di pistola, abbandonandone i cadaveri sul ciglio della strada. Ritrovati il giorno seguente, la gente del posto li seppellì nel cimitero di Rumoroso. Soltanto nel 1940, dopo essersi accertati di tutte le voci che correvano, i monaci di Viaceli esumarono le due spoglie (sepolte senza cassa, uno sopra l'altro) e le trasportarono al monastero, seppellendole nel chiostro della lettura dietro il seggio abbaziale.
 
Ecco l'elenco dei martiri del 3 e 4 dicembre:
 
1. Pío Heredia Zubía (1875-1936), priore, sacerdote
2. Giovanni Battista Ferrís Llopis
(1905-1936), sacerdote  
3. Amedeo García Rodríguez
(1905-1936), sacerdote  
4. Ezechiele Alvaro de la Fuente
(1917-1936), converso a voti temporanei
5. Antonio Delgado Gonzáles
(1915-1936), oblato di coro 

6. Marcellino Martín Rubio
(1913-1936), novizio di coro  
7. Valeriano Rodríguez García
(1906-1936), sacerdote  
8. Eustachio García Chicote
(1891-1936), sottomaestro dei conversi  
9. Angelo de la Vega Gonzáles
(1868-1936), converso  
10. Alvaro González López
(1915-1936), professo corista a voti temporanei
11. Eulogio Alvarez López
(1916-1936), converso a voti temporanei 

12. Benvenuto Mata Ubierna
(1908-1936), novizio converso 
 
Di tutti questi martiri è stata introdotta la causa di beatificazione. Il processo diocesano è stato aperto nel 1996, a sessant' anni dal martirio.
 
Sono stati beatificata, oggi, nella Cattedrale di Santander. La celebrazione è stata presieduta dal Cardinale Amato.
       
(Coll. O.C.R. 1937, p. 17 ss. / Coll. 1939, pp. 85-91 / Coll. 1945, p. 220 / D.P.Moreno Pascual, Como incienso en tu presencia, Viaceli 1996 / Cistercium, 1987, pp. 214-216 / Cistercium, 1996, pp. 413-416)
 

mercoledì 2 settembre 2015

Che stupore!





"Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità".  (Lc 4)

Oggi è arrivato il libro che ho comprato in una libreria sul web.

Il libro è bellissimo per il contenuto: i santi Martiri nuovi e antichi, la santità giovane e i Martiri delle Catacombe.

Poi è bello nella grafica, nelle foto, nella carta, ma lo stupore è che l'argomento non ti estraneo, quasi ti è famigliare... leggi la bibliografia e cosa scopri?

Che l'autore ti ringrazia come fonte di materiale... che stupore!
Grazie!