mercoledì 20 novembre 2013

Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)






Una domanda mi suscita questa Parola di Dio.

Cultura cristiana e identità cristiana. A che livello siamo?

La pagina dei Maccabei ci sprona circa la misura della nostra identità.

La vicenda dei Maccabei è una pagina meravigliosa della Bibbia come quella di Giobbe e di Giona.

Qui però è posta in gioco l’identità religiosa e culturale di una famiglia … di una società!
Dicevano io Maccabei: Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri.

Possiamo noi affermare in realtà: siamo pronti a trasgredire piuttosto che morire?
In Italia non c’è un problema di identità cristiana in cui è messa a rischio la vita, perché spesso le nostre scelte mettono a morte la fede.

Ricercare l’identità cristiana è un problema poco italiano. Perché noi ci reputiamo in una società cristiana. Ma in realtà non è vero, non è tutto oro quello che luccica!

C’è un appiattimento del livello di identità cristiana, con derive e con fraintendimento dell’insegnamento del Vangelo.

Cosa fare per rendere un pensiero comune il pensiero evangelico sulla vita?
Bisogna conoscere con sapienza ed intelligenza il messaggio del Vangelo, per poi viverlo, senza compromessi, magari con un po’ fatica, ma viverlo!

Nella pagina dei Maccabei la Madre ricorda al figlio:

«Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».

Preghiamo perché ogni madre e ogni padre esorti i figli a vivere saldamente nella legge di Dio.

“Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio»”. Amen.