martedì 29 ottobre 2013

Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)




“Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza”.

Cosa attendiamo con perseveranza?
La gloria futura.
La libertà in Cristo di tutto: dell’umanità e della creazione, “nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio”.

Ma anche noi uomini facciamo parte della creazione, non siamo altro che parte di essa, quella parte che dopo della sua creazione, Dio, si riposò!
Cosa infatti leggiamo alla fine del capitolo primo della Genesi:
“Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno”.

Però c’è una differenza, se pur Dio, creando tutto, ci mise molta fantasia per l’uomo guardo se stesso: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.
Quindi la nostra di creatura è fortemente divina. Noi siamo stati creati nella libertà di Dio, dimensione che abbiamo perso a causa del peccato, con tutta la creazione: “La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta”.

L’avvento di Gesù in mezzo agli uomini è riportare l’uomo al suo stato originale: Gesù “è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione” (Col 1,15), è il redentore, nel senso proprio di restauratore della creazione, “Principio della creazione di Dio” (Ap. 3,14).

Dio ci ha creati per essere custodi del creato, se pur noi siamo creature nel creato, ma con una scintilla di divino. Noi quindi siamo chiamati ad essere nel mondo: un granello della presenza divina, come il piccolo granello di senape, perché fatti a sua immagine e somiglianza; ma anche lievito che da vigore e valore ad ogni cosa, perché l’uomo è reso tale dalla scintilla divina che lo abita, come infatti il lievito da vigore e valore alla pagnotta di pane!

“Grandi cose ha fatto il Signore per noi”: perché anche noi, povere creature, ci prodighiamo a fare grandi cose in lui. Come fu il sì di Gesù, come fu il sì di Maria, come fu il sì ti tante creature, uomini e donne, che risplendono per le grandi opere che Dio ha fatto in loro.

Vergine Maria, in queste mese di abbiamo guardato ed abbiamo ripensato alle tue parole: “Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome”.
Prega per noi S. Madre di Dio, affinché anche noi siamo degni delle premesse Dio in Cristo Gesù: “Nella speranza infatti siamo stati salvati”.
Amen.