mercoledì 24 aprile 2013

Loreto 2013





TERZO GIORNO
Mercoledì 24 aprile

Montefiore dell'Aso (AP)

San Fedele martire
Montefiore dell'Aso (AP) - Parrocchia Santa Lucia

La chiesa di Santa Lucia con il titolo di Pievania, affonda le sue radici nel periodo tra il III ed il V secolo, durante i quali si diffonde il Cristianesimo nella zona, poiché in detti secoli, Montefiore ed Aspramonte, che già dai tempi piceni, come risulta da numerosi reperti archeologici, si presentavano con un rispettabile insediamento piceno, diventando sede di una Pieve dedicata alla martire siracusana S. Lucia.

La chiesa di Santa Lucia con il titolo di Pievania, affonda le sue radici nel periodo tra il III ed il V secolo, durante i quali si diffonde il Cristianesimo nella zona, poiché in detti secoli, Montefiore ed Aspramonte, che già dai tempi piceni, come risulta da numerosi reperti archeologici, si presentavano con un rispettabile insediamento piceno, diventando sede di una Pieve dedicata alla martire siracusana S. Lucia.
 Si trattava di una Chiesa battesimale che aveva giurisdizione su un territorio piuttosto vasto che si estendeva dagli attuali confini di Carassai, dove confinava con la Pieve di S. Eusebio, fin quasi al mare, dove si incontrava con il territorio della giurisdizione della Pieve di S. Basso di Cupra Marittima. La località ove era costruita la Pievania, attualmente si chiama "Monte Castello" o "Parco De Vecchis".
Nella seconda metà del 1400 la Pieve venne ricostruita ex novo all'interno del Castello, nel punto in cui si trova oggi il retro della Collegiata, riportando in detta ricostruzione il Portale della primitiva Pieve, qui ricomposto nel 1729.
 Due carte fermane, rilasciate dal Vicario Stefano de Pisanis e dal Vescovo Giovanni de Firmomnibus rispettivamente il 23 maggio e di il 6 novembre, autorizzano Domenico di Giovanni, plebano plebis Sanctae Luciae de Monteflorum, a vendere due possessioni del beneficio parrocchiale per trasferire e riedificare intra fortilitia la Pieve, che allora era situata extra muros dictae terrae.
Le formelle di detto portale, risalenti all'XI sec., sono costituite da blocchi di arenaria a bassorilievo con figure stilizzate di guerrieri in armi a cavallo, animali simbolici ed un prelato con mitra e pastorale affiancato da due chierici ; gli stipidi reggono un arco ornato con volute di racemi fioriti, tipicamente medioevali.
 L'architrave reca invece un motivo a treccia, tipico dei secoli VIII-X. In un'epoca imprecisata a detta Pievania è stata unita la Prepositura dei Santi Biagio e Basso che si trovava nei pressi del cosiddetto "Cassero" presso la rocca distrutta.
Nel 1554 il Pievano Paolo de Conciliarj per maggior decoro del paese di Montefiore e per l'aumento del divin culto, liberamente rinunciò alla Pievania in mano del Sommo Pontefice e chiese la erezione della Collegiata,c he fu concessa dal Papa Paolo IV con Bolla del 5 febbraio 1556. Con la Bolla di Papa Clemente X il titolo di Pievano fu sostituito con quello di Arciprete.
Nel 1730 la Chiesa è stata nuovamente trasformata portandone l'ingresso nell'attuale piazza della Repubblica.
Nel 1850 il Capitolo affidò all'architetto Massini di Ascoli Piceno l'incarico di ampliare nuovamente il Templio. L'architetto presentò il progetto che fu realizzato dall'impresario edile di Matacotta di Porto S. Giorgio.
Durante la costruzione, con la caduta dello Stato Pontificio e la conseguente indemaniazione dei beni ecclesiastici ed Enti religiosi, non è stato possibile completare la facciata secondo il progetto che prevedeva di portar via una parte del Palazzo (ex Convento delle Domenicane), per allargare la piazza e liberare tutta la facciata della Chiesa ed il Campanile.
La chiesa è stata consacrata dal Cardinale Amilcare Malagola, Arcivescovo di Fermo, il 3 ottobre 1878 stabilendo la festa della dedica alla domenica ultima di settembre. La costruzione è stata finanziata dai proventi dei Canonici e da quelli del beneficio parrocchiale di S. Pietro Apostolo che per diversi anni è stato amministrato per questo scopo, restando vacante la Prioria.
Per l'anno Santo del 1900 la Chiesa è stata decorata da Achilli di Montegiorgio, Coppola, Maranesi ed altri della Scuola Fermana.
I conti Pompeo ed Ida Montani hanno finanziato tutte le opere di Luigi Fontana. Di stile neoclassico, è di grande importanza il soffitto a casettone, ricco di stucchi, rosoni ed ornamenti a rilievo. Tutta la chiesa nel suo interno è decorata d'olio e marmorizzata con ricchezza di ori. Le pitture (tele ad olio e tempera) della volta, della Cappella del Santissimo Sacramento e della Cappella di Santa Lucia sono di Luigi Fontana. Il Coro di legno di noce è opera locale del 1600 ed apparteneva alla chiesa precedente. L'altare è dello scultore Aldo Sergiacomi di Offida (1968). L'ambone scolpito in noce africano e opera di Aldo Sergiacomi (1977). Di recente la Chiesa è stata arricchita da diverse vetrate decorate dalla Ditta Cristiani di Crema e Mellini di Firenze.
La Cappella del Sacramento è stata separata dal corpo della chiesa da un'armonica inferriata, su disegno di Tonino Virgili e lavorazioni della Ditta locale Fratelli Basili. Il prof. Branca in un suo articolo ha scritto: "In essa Collegiata, Luigi Fontana, uno dei più grandi artisti neoclassici ed il suo allievo Nicola Achilli, sfoggiarono tutta la loro valentia... . Il Fontana sulla volta e le pareti di questo sontuoso tempio, ideò ed effigiò le storie della leggendaria Santa Lucia, con animo di vero cristiano, con sentimento di poeta con ispirazione di artista, raggiungendo tale luminosità e così rari effetti di colore da lasciare ammirati... ".