mercoledì 26 dicembre 2012

Santo Stefano "il salicioto" ...

... è pura fantasia popolare!







Leggendo il paragrafo "I tre Stefano santi", si intuisce bene che come capita nelle isole - vedesi la Sardegna - alcuni santi vengono rivestiti di leggende locali perché si vuole credere che il santo sia un concittadino. In questo caso è chiaro dal testo che è solo una leggenda locale, come dice bene il testo: "non esistono fonti o documenti che comprovano la sua esistenza".
Infine il termine "juniore" significa il Giovane.
Lo stesso termine è usato per identificare S. Melania La Giovane o Juniore


Quindi non è sensato dire che "Dalla commistione di questi due Stefano (il Giovane e il Salicioto) viene fuori la figura di Santo Stefano Juniore". "Il salicito" è solo uno sdoppiamento leggendario che intreccia notizie del "protomartire" con quelle de "il giovane".

"Il salicioto" non è mai esistito.

Il Martire Stefano di Costantinopoli è uno dei santi venerati dai cultori delle immagini sacre.




Martirologio Romano, 28 novembre: “A Costantinopoli, santo Stefano il Giovane, monaco e martire, che, sotto l’imperatore Costantino Coprónimo, sottoposto a vari supplizi per aver difeso il culto delle sacre immagini, confermò con l’effusione del suo sangue la verità cattolica”.

"La carità...

che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato" (S. Fulgenzio)






"Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
Ieri infatti il nostro Re, rivestito della nostra carne e uscendo dal seno della Vergine, si è degnato di visitare il mondo;
oggi il soldato, uscendo dalla tenda del corpo, è entrato trionfante nel cielo.
Il nostro Re, l'Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li ha rinvigoriti perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio.
Quel che ha portato, lo ha distribuito, senza subire menomazioni; arricchì invece mirabilmente la miseria dei suoi fedeli, ed egli rimase pieno di tesori inesauribili.
La carità, dunque, che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità che fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato.
Stefano quindi per meritare la corona che il suo nome significa, aveva per armi la carità e con essa vinceva dovunque. Per mezzo della carità non cedette ai Giudei che infierivano contro di lui; per la carità verso il prossimo pregò per quanti lo lapidavano. Con la carità confutava gli erranti perché si ravvedessero; con la carità pregava per i lapidatori perché non fossero puniti.
Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore.
La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole.
Ed ecco che ora Paolo è felice con Stefano, con Stefano gode della gloria di Cristo, con Stefano esulta, con Stefano regna. Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano.
Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l'uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt'e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei Giudei, la carità di Paolo ha coperto la moltitudine dei peccati, per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il regno dei cieli.
La carità dunque è la sorgente e l'origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine.
Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità, per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa".


* Immagine dal trittico dei Santi Giovanni, Paolo e Stefano, Chiesa di S. Giovanni, Vacone (RI)