giovedì 4 ottobre 2012

San Francesco d'Assisi





Oggi è la festa del Patrono d’Italia.
Non so voi … ma quando arriva questa festa penso il popolo italiano che per un giorno, come in assemblea, si mette davanti al suo Patrono, e chiede a Lui una lezione di vita … di Vangelo.

Sì! Perché Francesco d’Assisi è un esperto di Vangelo, l’aveva letto in carcere – in una lingua nuova, per quell’epoca – non in latino – ma in antico italiano – e per leggerlo in carcere quelle pagine di Vangelo, che riceve per caso, aveva rischiato molto.

All’epoca non c’era la stampa e poco circolavano i libri … quelle pagine erano arrivate da un giro strano .. un giro di carcerati, si intende!
Ma perché era in carcere?

Prima di essere quello che noi stiamo celebrando oggi, egli era come tutti i giovani della sua epoca: in cerca di fortuna, di ricchezza e di una bella posizione sociale … voleva diventare cavaliere ed allora partecipava alle guerre dei nobili locali perché se questi avessero vinto avrebbe partecipato della loro gloria .. ma finì in carcere perché il suo “padrone” nobile aveva perso la guerra ed allora fu rinchiuso in galera dai nemici fino al pagamento del riscatto…

Qui legge il Vangelo …. Non l’aveva mai letto, ma solo l’aveva sentito proclamare in latino in Chiesa …
Nel Vangelo letto aveva scoperto che esisteva un Dio Padre…. Se vuole che lo seguiamo nel Figlio, poveri e umili …
Capite quindi cosa accadde dopo che usci dal carcere! Lo sappiamo tutti …

Come dice il Salmo appena pregato - Tu sei, Signore, mia parte di eredità – scelse la parte del Signore, e in questa scelta fu così radicale che finì per sembrare pazzo!

Mise la sua vita nelle mani di Dio, come dice ancora il Salmo:
- Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita -

Ma la sua follia era contagiosa e molti lo seguirono, in primis tutti i suoi amici cercatori di felicità – quella che lui cercava quando voleva diventare cavaliere – i quali avevo capito che la vera felicità ora il loro amico e compagno di giovinezza l’aveva trovato: glielo leggevano negli occhi!
Nasce così il primo gruppo di quelli che ora si chiamano Frati Francescani.

La vita di Francesco fu intensa girò per l’Italia, andò anche in Terra Santa dal Sultano e fu accolto; predico il Vangelo che aveva letto e glielo fece leggere con la sua vita; ebbe alcuni malanni – ad esempio agli occhi; ebbe delle tristezze dagli uomini, anche dai suoi discepoli.

Un giorno un nobil uomo di Arezzo lo sente predicare il vangelo: si converte e come ringraziamento donò a Francesco un monte a Chiusi della Verna.
Si racconta che quando Francesco andò a vedere il luogo – un luogo molto bello - tutti gli uccelli dei boschi, dei campi e dei monti gli andarono incontri per accoglierlo.
Qui Francesco d’Assisi visse nella sua carne l’esperienza della fede più sconcertante; come dice S. Paolo nella I lettura, egli poté dire: “io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo”.
Ebbe le stimmate, segno che tutta la sua vita era di Gesù! Ricordate il Salmo: “nelle tue mani è la mia vita”

Il nostro Patrono, un uomo normale, in cerca di felicità, la cerca e non la trova, poi la scopre leggendo il Vangelo: segue Gesù!

Caro San Francesco
Rileggere la tua vita commuove sempre.
Il Signore è sorprendente nella sua fantasia.
Prega per ciascuno di noi, perché
possiamo riscoprire ogni giorno il Vangelo come via di felicità
così che in noi si possa realizzare la parola dell’Apostolo:
“quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia”.
Amen

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"Scrive S. Ambrogio che l’anima che ha sposato Cristo sulla croce non brama altro che portarne le stimmate. Come dunque ripagarti, Gesù mio, di tanto amore? È giusto che il sangue si compensi col sangue. Sia, dunque, io intimo nel tuo sangue, inchiodato sulla tua croce… O croce santa, accogli anche me".
(San Giovanni d’Avila)

Un pensiero ...


San Francesco è accolto a la Verna dagli uccelli

Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova.
San Francesco d'Assisi