venerdì 14 settembre 2012

GIUSTINA MARTIRE ROMANA: la "Santa" di Bellusco






Il Corpo Santo denominato “S. Giustina V. M.” proviene dalla Catacomba di Calepodio in Roma ed è stato donato alla Parrocchia di S. Martino in Bellusco per interessamento del parroco Don Luigi Alemanni.




Le Catacombe romane, abbandonate per un lungo periodo a causa delle invasioni barbariche, furono riscoperte a partire dall’anno 1578, suscitando un enorme entusiasmo nel popolo cristiano. E’ noto che le Catacombe sono state i Cimiteri della primitiva comunità cristiana nelle quali furono deposti anche molti Martiri: esse allora divennero testimonianza viva e concreta di Cristiani che vissero così profondamente la loro fede da accettare la morte piuttosto che tradire il Signore.
Poiché molte Chiese hanno desiderato avere un segno di questa eroica testimonianza, seguendo alcuni criteri per l’identificazione e col consenso dei Sommi Pontefici, dalle Catacombe si estrassero molti “Corpi Santi” destinati alla pubblica venerazione.
La riscoperta delle Catacombe nel secolo XVI venne considerata un avvenimento provvidenziale per la Chiesa capace di sottolineare fortemente il culto dei Santi e delle loro Reliquie in un momento in cui veniva fortemente contestato.
Il Popolo Cristiano accolse sempre queste sacre reliquie in un clima di festa e con grande  devozione: esse infatti costituivano per i fedeli il segno della fedeltà al Signore fino all’estremo sacrificio e l’espressione della comunione con la Chiesa di Roma “che presiede nella carità a tutte le Chiese”.
Con il dono di un Corpo Santo venivano anche offerte indicazioni precise circa il culto da prestargli: il Corpo Santo deve essere custodito nella chiesa con rispetto e con decoro, le sue reliquie sono poste in venerazione con la possibilità di celebrare in suo ricordo unicamente la Messa in onore di tutti i santi Martiri.
C’è una particolare avvertenza per evitare un grave equivoco: non si può confondere il Corpo Santo denominato come “S. Giustina V. M.” con altri Santi dello stesso nome ricordati nel Martirologio Romano; in particolare non si può evidentemente identificare con S. Giustina Martire commemorata il 7 ottobre.




L’augurio è che la presenza di queste Sacre Reliquie favoriscano un accrescimento della fede in Gesù Cristo e la forza per testimoniare il Signore anche nelle difficoltà dei nostri giorni.

Alcune date:

- Inizio del 1700, "inventio" presso la catacomba di Calepodio in Roma.

- 1702, Papa Clemente XIII, ne fa dono all'abate Don Piero Scotti di Milano.

- 9 gennaio 1703, autentificazione da parte della Curia Ambrosiana.

- 27 luglio 1808, arrivo alla parrocchia di S. Martino di Bellusco.

- 2 agosto 1815, decreto papale che accorda la celebrazione della festa annuale.

- II domenica di Settembre, data della festa e sagra di Santa Giustina V. M.

La sapienza dei santi, la Croce!





"Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso”. (1Cor 2,2)

Queste parole di San Paolo alla comunità cristiana di Corinto dovrebbero essere scritte a caratteri di fiamma nella mente e nel cuore di ogni cristiano. Perché?
Perche noi siamo cristiani in quanto Gesù Cristo si è fatto crocifiggere per noi, e quindi redenti dalla sua morte in croce.
Il Crocifisso e segno di gloria e di pena: la via della Croce è la via della bellezza del discepolo:
Lo dice in una maniera così sua S. Agostino:
"Gesù pende deforme sulla croce: ma la deformità Sua sarà la tua bellezza....Ti riformerà la deformità di Cristo".
Quindi per essere salvi, dobbiamo imparare da Lui, essere con Lui una cosa sola!
La passione di Cristo, il contemplare il Volto del Crocifisso è il segreto.
I santi sono Santi, perché si sono preoccupati di scoprire il segreto.
Si sono rivestiti delle sofferenze ineffabili di Gesù, per riviverle nella loro carne, nel loro cuore: hanno avuto, come Paolo, la sapienza della Croce.
La santità dei Santi è nata in primo luogo nella vera compassione dei dolori di Cristo, e hanno giurato a se stessi di non far più piangere il Divin Crocifisso: ma anzi hanno cercato ci consolarlo, imitando il suo esempio.