martedì 14 agosto 2012

Novena alla Madre di Dio in Cielo assunta (IX)


Serra San Bruno (VV)

9° GIORNO:
* Sia benedetta, o Maria, l'ora nella quale foste costituita Avvocata nostra in cielo.
Ave Maria...

Ascolta, o prediletta da Dio, l’ardente grido che ogni cuore fede innalza verso di Te. Chinati sulle nostre piaghe doloranti. Muta le menti dei malvagi, asciuga le lacrime degli afflitti e degli oppressi, custodisci il fiore della purezza nei giovani, proteggi la Chiesa santa, fa’ che gli uomini tutti sentano il fascino della cristiana bontà…

Accogli, o Madre dolcissima, le nostre umili suppliche e ottienici soprattutto che possiamo un giorno ripetere dinanzi al tuo trono l’inno che si leva oggi sulla terra intorno ai tuoi altari: tutta bella sei, o Maria! Tu gloria, Tu letizia, Tu onore del nostro popolo. Amen.

3 Ave Maria

Appunti ...




“Egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele.” (Ez)

La Parola di Dio di questo giorno ci richiamo al fatto che per essere veri, fedeli, dobbiamo essere nutriti da Dio.

“Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt)

Il Vangelo odierno ci fa compiere un altro passo: nutrirci da Dio per essere simili a Cristo.

Convertirsi, cioè eliminare da noi ciò che non è divino, e stare nello stato dell’infanzia spirituale, “come bambini”, per essere duttili, plasmabili, educati dalla Parola di Dio che ci nutre.

Doppiamo riempiere la nostra fame di Dio se vogliamo essere sempre più somiglianti a Cristo.
Come bambini dobbiamo essere educati a nutrirci bene per essere veri cristiani.

Infine. La memoria di S. Simpliciano, vescovo di Milano (dopo la morte di Ambrogio), ci fa fare due passi: l’affezione per la Chiesa ambrosiana che come una madre ci guida alla Verità, e l’importanza di avere dei veri maestri.

San Simpliciano è detto un maestro di santi. E quali santi. Uno è Ambrogio, designato vescovo di Milano mentre sta ancora preparandosi al battesimo; si incarica il prete Simpliciano di completare la sua istruzione religiosa, e Ambrogio viene battezzato a fine novembre del 374, ricevendo poi la consacrazione episcopale il 7 dicembre. L’altro santo è Agostino di Ippona, l’intellettuale africano estraneo al cristianesimo, amico dei manichei, venuti a cercare prestigio in Italia. Si è già fatto un nome in Milano come professore, quando lo raggiunge la “chiamata”, la spinta a seguire Cristo. Nelle sue Confessioni egli dirà:

"Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l’idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia".
(S. Agostino, Le Confessioni)

Oggi la Chiesa ci fa anche ricordare:
Sant' Arnolfo di Soissons Vescovo
Santi Domenico Ibanez de Erquicia e Francesco Shoyemon Martiri domenicani
Beata Elisabetta Renzi Vergine e Fondatrice
Sant’ Eusebio di Roma Prete
San Fachtna (o Fachanano) Vescovo
Beato Felice Yuste Cava Sacerdote e martire
Beato Guglielmo da Parma Laico mercedario
Beato Lorenzo da Fermo (o da Fabriano o della Verna)
San Marcello di Apamea Vescovo e martire

Beati Martiri d'Otranto
A Otranto in Puglia, circa ottocento beati martiri, che, incalzati dall’assalto dei soldati Ottomani a rinnegare la fede, furono esortati dal beato Antonio Primaldo, anziano tessitore, a perseverare in Cristo e ottennero così con la decapitazione la corona del martirio.

San Massimiliano Maria Kolbe Sacerdote e martire (che ricorderemo il 17 agosto)
Memoria di san Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, fondatore della Milizia di Maria Immacolata, fu deportato in diversi luoghi di prigionia e, giunto infine nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, si consegnò ai carnefici al posto di un compagno di prigionia, offrendo il suo ministero come olocausto di carità e modello di fedeltà a Dio e agli uomini.

Beato Sante Brancorsini da Urbino Francescano
Vicino a Montebaroccio nelle Marche, beato Sante da Urbino Brancorsini, fratello laico dell’Ordine dei Minori. Chiese a Dio di soffrire gli stessi dolori inferti all'uomo da lui ucciso. E una ferita gli si aprì nella gamba. Morì nel 1394.

Sant' Ursicino Martire
Beato Vincenzo Rubiols Castellò Sacerdote e martire


Santa Maria, madre dell'educazione

La Vergine Madre, che noi qui veneriamo come “madre dell’Educazione”, ci conduca per mano perché alla Scuola della Parola convertiamo il nostro cuore e diventiamo veri figli nel suo Figlio Gesù Cristo.
Amen.


Un maestro di Santi



San Simpliciano vescovo
Arca di S. Agostino, Pavia

"Ed ecco, Tu suggeristi alla mia mente l’idea di rivolgermi a Simpliciano, che si presentava come un fedele in cui risplendeva la Tua grazia".
(S. Agostino, Le Confessioni)



Duomo di Milano


A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (VIII)





14 agosto
In carcere
Rocco, guarito miracolosamente, opera ancora per qualche tempo in Piacenza, che è nuovamente colpita dalla peste, per poi riprendere il suo cammino teso a sollevare altre sofferenze: servirà i malati anche a Novara risalendo poi verso nord e, giunto presso Angera (o Voghera), è arrestato col sospetto di essere una spia e rinchiuso nella fortezza della Rocca. Vi trascorre cinque terribili anni, in un'unione sempre più profonda con quel Dio che da sempre cercava. Lo straordinario comportamento di dolcezza, di preghiera, di umiltà, varcò le cupe mura del carcere, diffondendo nei paesi circostanti la convinzione che quel prigioniero fosse un santo. Al termine di questo periodo Rocco lascia questo mondo per entrare nel Regno dei Cieli. Nel momento della morte (1376-79) tutte le campane della città iniziano da sole a suonare a distesa: è questo l'ultimo prodigio che il Signore fa per il suo servo fedele. I miracoli che avvengono sulla sua misera tomba suscitano l'interrogativo circa le origini di questo pellegrino e ben presto viene riconosciuta la sua appartenenza alla nobiltà di Montpellier.

Il corpo di San Rocco è giunto a Venezia nel 1485: il 13 marzo il Patriarca Maffeo Girardi comunicò al Consiglio dei Dieci l'avvenuta traslazione delle reliquie (da Voghera) e certificò la loro autenticità. Non avendo ancora la Confraternita una sede definitiva, il corpo fu deposto provvisoriamente prima nella chiesa di San Geminiano, poi nell'antico Palazzo dei Patriarchi presso la Chiesa di San Silvestro. Una volta ultimata la Chiesa vicino al Convento dei Frari, la preziosa reliquia vi fu trasferita il 3 marzo 1490.
Secondo Corner, il recupero delle spoglie di San Rocco è dovuto al monaco camaldolese Mauro che, per sciogliere un voto e su richiesta del Guardian Grande della Scuola, Tommaso di Alberti, si reca a Voghera, nel castello del conte Pietro dal Verme e riesce non senza peripezie a trafugarle e a portarle a Venezia. La descrizione dell'avventurosa impresa, riportata ampiamente da F. Tonon alle pagg. 28-29 del Quaderno N. 5, è conservata nell'Archivio della Scuola ("Atti del riconoscimento del corpo di San Rocco, busta "Corpo di San Rocco - Atti storici e biografici - N. 7 antico"). Secondo Gallicciolli invece (v. G. Soravia, p. 15 n.), il cadavere, con l'accordo del prevosto di Voghera, venne venduto dal conte al frate, un pessimo soggetto, che per facilitarne il trasporto infierì su di esso spezzandone le ossa, per poi venderlo ai governatori della Scuola. Secondo Brunetti, protagonisti dell'impresa sono stati alcuni veneziani infiammati dalla lettura del Diedo. La presenza delle spoglie del Santo a Voghera, anziché a Montpellier dove sarebbe stato sepolto, è problema a sua volta di non facile soluzione. E. Fusaro riporta al riguardo fonti del tardo Seicento e del primo Settecento, secondo le quali questa prima traslazione sarebbe stata operata non si sa in quale epoca da non meglio identificati soldati o commercianti: versione a cui però il Fusaro ne aggiunge altre, secondo cui la traslazione del Santo a Venezia sarebbe avvenuta non da Voghera, ma direttamente da Montpellier ad opera di dodici veneziani. Secondo un'altra tradizione che si fa risalire al Sansovino, il corpo di San Rocco "fu portato di Germania da alcuni mercatanti tedeschi".

PREGHIERA A SAN ROCCO
(MEzzagrogna)

O glorioso San Rocco, fosti chiamato da Dio
a percorrere la strada difficile ma gloriosa della santità,
accettando l'invito del Vangelo e facendoti umile samaritano
per amore di Cristo.
Il tuo cammino tra noi, o dolce pellegrino della Carità',
non e' terminato con il tuo ingresso
nella schiera dei beati.
Tu stesso, o San Rocco, per essere! sempre vicino,
chiedesti a Dio la grazia di guarire in corpo e spirito
tutti coloro che ti avrebbero invocato nel nome di Gesù'.
Dalla patria celeste, o nostro Patrono,
Tu vedi i tormenti del nostro corpo e del nostro spirito,
liberaci, o San Rocco da ogni violenza, malattia e guerra,
segnaci ancora con il segno di croce
con la quale sanavi e portavi gli uomini a Dio.
Insegnaci ad amare la Vergine Maria come l'amasti Tu mirabilmente.
Aiutaci a camminare nella gioia della fede
e nella rinnovata speranza,
perché venerando te
vogliamo essere immagine vivente e trasparente
di Cristo Risorto.
Amen