venerdì 1 giugno 2012

Libertà ...



Se non c'è nessuna verità che guida l'uomo, egli non ha neppure nessuna libertà. Solo la verità rende liberi. È l’unica verità che unisce gli uomini al di là di ogni religione è amare l’uomo in quando altro essere vivente come me. Se amo non violo la libertà altrui perché è come se violassi la mia stesso libertà. Un tizio diceva: Ama e poi fa ciò che vuoi. Un altro diceva: Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro!

Primo Venerdì del Mese di Giugno 2012


ADORAZIONE EUCARISTICA
Primo Venerdì del Mese di Giugno - 2012

CANTO INIZIALE


C. O mio Gesù abbraccio tutto il mondo
nell’amore del tuo Cuore.
A. Voglio amarti per tutti quelli
che non ti amano,
che non ti cercano,
che non ti vogliono
e riversare il tuo amore su tutta l’umanità.
C. Anche se non te lo ripeto
il mio cuore palpita vicino al tuo.
A. Soffrire per tutti quelli che
non sanno soffrire
con la soavità con cui soffri tu.
T. O Cuore agonizzante
ricordati di me nell’ultimo momento e
coprimi col manto della tua carità infinità. Amen.

silenzio

C. il mese di Giugno è il mese del Sacro Cuore. Il primo giugno è la memoria del martire e filosofo Giustino. Adoriamo e preghiamo alla luce di questi due eventi pregando un modo particolare per le famiglie perché custodiscono l’amore di Cristo e vivano il martirio della perfezione nella carità.

silenzio, adorazione personale

DAGLI SCRITTI DI SAN TOMMASO
«Il martirio si ha nel fatto che uno testimonia la fede, mostrando con le opere di disprezzare tutti i beni presenti, per giungere ai beni futuri e invisibili» (STh, II-II, q. 124 a. 4 co.). «il martirio consiste nel fatto che uno persiste con fermezza nella verità e nella giustizia contro la violenza dei persecutori» (STh, II-II, q. 124 a. 1 co.). «nella Chiesa si celebra il martirio di S. Giovanni Battista, il quale subì la morte non per non rinnegare la fede, ma per aver condannato l'adulterio» (STh, II-II, q. 124 a. 5 co.). «il martirio meglio di tutti gli altri atti virtuosi dimostra la perfezione della carità» (STh, II-II, q. 124 a. 3 co.).

Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni
Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Comparsi davanti al tribunale, il prefetto Rustico disse a Giustino: «Anzitutto credi agli dèi e presta ossequio agli imperatori».
    Giustino disse: «Di nulla si può biasimare o incolpare chi obbedisce ai comandamenti del Salvatore nostro Gesù Cristo».
    Il prefetto Rustico disse: «Quale dottrina professi?». Giustino rispose: «Ho tentato di imparare tutte le filosofie, poi ho aderito alla vera dottrina, a quella dei cristiani, sebbene questa non trovi simpatia presso coloro che sono irretiti dall'errore».
    Il prefetto Rustico disse: «E tu, miserabile, trovi gusto in quella dottrina?». Giustino rispose: «Sì, perché io la seguo con retta fede».
    Il prefetto Rustico disse: «E qual è questa dottrina?». Giustino rispose: «Quella di adorare il Dio dei cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l'universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunziato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini araldo di salvezza e maestro di buone dottrine. E io, da semplice uomo, riconosco di dire ben poco di fronte alla sua infinita Deità. Riconosco che questa capacità è propria dei profeti che preannunziarono costui che poco fa ho detto essere Figlio di Dio. So bene infatti che i profeti per divina ispirazione predissero la sua venuta tra gli uomini».
    Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «Sì, sono cristiano».
    Il prefetto disse a Giustino: «Ascolta, tu che sei ritenuto sapiente e credi di conoscere la vera dottrina; se dopo di essere stato flagellato sarai decapitato, ritieni di salire al cielo?». Giustino rispose: «Spero di entrare in quella dimora se soffrirò questo. Io so infatti che per tutti coloro che avranno vissuto santamente, è riservato il favore divino sino alla fine del mondo intero».
    Il prefetto Rustico disse: «Tu dunque ti immagini di salire al cielo, per ricevere una degna ricompensa?». Rispose Giustino: «Non me l'immagino, ma lo so esattamente e ne sono sicurissimo».
    Il prefetto Rustico disse: «Orsù torniamo al discorso che ci siamo proposti e che urge di più. Riunitevi insieme e sacrificate concordemente agli dèi». Giustino rispose: «Nessuno che sia sano di mente passerà dalla pietà all'empietà».
    Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia». Giustino rispose: «Abbiamo fiducia di salvarci per nostro Signore Gesù Cristo se saremo sottoposti alla pena, perché questo ci darà salvezza e fiducia davanti al tribunale più temibile e universale del nostro Signore e Salvatore».
    Altrettanto dissero anche tutti gli altri martiri: «Fa' quello che vuoi; noi siamo cristiani e non sacrifichiamo agli idoli».
    Il prefetto Rustico pronunziò la sentenza dicendo: «Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dèi e ubbidire all'ordine dell'imperatore, dopo essere stati flagellati siano condotti via per essere decapitati a norma di legge».
    I santi martiri glorificando Dio, giunti al luogo solito, furono decapitati e portarono a termine la testimonianza della loro professione di fede nel Salvatore.

Dagli scritti di Tertulliano (Ad uxorem 2, 8)
Dove troveremo parole sufficienti a descrivere la felicità di quel matrimonio che la Chiesa unisce, che la benedizione consacra? Come è dolce il giogo che unisce due fedeli nella stessa speranza! Entrambi servono lo stesso Signore; nessun disaccordo c’è tra loro. Insieme pregano, insieme digiunano, istruendosi, incoraggiandosi e sostenendosi a vicenda. Sono uguali nella Chiesa di Dio, uguali al banchetto di Dio. Cantano insieme i salmi e gl’inni: faranno a gara nel lodare meglio il loro comune Signore. Cristo si rallegra e manda a quella famiglia la sua pace.

DAGLI SCRITTI DI SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
O Signore Onnipotente che giustamente siete sdegnato pei nostri peccati, e ci minacciate i vostri castighi per chiamarci a penitenza essendo Voi Padre Misericordioso che non volete la morte del peccatore, ma che si converta e viva, noi miserabili vostre creature, umiliate profondamente alla vostra Divina Presenza, confessiamo di essere meritevoli di tutti i vostri divini castighi.  Ma noi vi presentiamo la Croce SS. dell’Unigenito Vostro Figliuolo, il Sangue suo Preziosissimo e tutti i suoi meriti, e vi supplichiamo che ci usate Misericordia.
Ricordatevi, o Signore Onnipotente, che bastò il sangue dell’Agnello per liberare gli Ebrei dalla spada dell’Angelo sterminatore; liberateci, pei meriti del preziosissimo Sangue del Figlio vostro dalla giustissima vostra collera. “Ab ira tua libera nos Domine”.
Noi benediciamo e glorifichiamo l’ira vostra Santissima e giusta che è sempre piena di Misericordia: “etiam cum iratus fueris Misericordiam facis”, e se Voi ci volete vittime del vostro giustissimo sdegno, noi non cessiamo di lodarvi, di benedirvi e di glorificarvi, e baciamo la vostra mano santissima meritevoli di tutti i vostri castighi. Fate, o Signore Iddio, di noi quello che più vi aggrada.
Noi fin da questo momento vi ringraziamo per tutte le tribolazioni, le angustie, le privazioni, le contrarietà, le pene, i dolori, le malattie, le miserie, le persecuzioni ed ogni afflizione con cui ci visitate in tutto quest’anno 1886. Vi rendiamo grazie con tutto il cuore, e mentre la natura trema e si affligge, intendiamo che lo spirito vi lodi, vi ringrazi e vi benedica.
O Padre amorosissimo, ricordatevi che siamo stati fatti figli vostri pei meriti del Figlio Vostro Unigenito, usateci Misericordia! Signore Onnipotente, ricordatevi che siamo fragile erba che presto appassisce e non ci vogliate sterminare. Guardate la nostra umiliazione e come stiamo stremati e atterrati al vostro Cospetto! e usateci Misericordia.
“Miserere nostri, Domine, miserere nostri!”  Per la vostra Onnipotenza vi preghiamo per la quale stritolate le mascelle dei leoni, dissolvete in fumo i monti, e con un solo sguardo scuotete la Terra dai fondamenti, per la vostra Eternità vi preghiamo per la quale siete longanime, paziente e commiseratore della nostra ignoranza: Signore Onnipotente, vi preghiamo, salvateci: “Salva nos perimus”.  Signore degli elementi, Signore della Natura, raffrenate le potenze create perché non ci sterminino; come Ministri delle vostre giuste vendette, Signore degli Angeli, arrestate gli spirito celesti perché non ci disperdano quali vendicatori del vostro onore oltraggiato!  Dominatore di tutto l’inferno, trattenete gli spiriti infernali perché in pena delle nostre colpe non esercitino su di noi la loro potenza sterminatrice.
È vero che siamo peccatori, e non abbiamo come giustificarci, ma per questo vi supplichiamo che ci trattate non con la vostra Giustizia, ma con la vostra Misericordia. Per tutti i nostri peccati noi vi presentiamo l’Unigenito vostro Figliuolo Crocifisso e Sacramentato, che si offrì a Voi sul Calvario, e a Voi si offre cento volte al giorno nel gran sacrificio della Santa Messa. “Respice in faciem Christi tui”.
 Vi presentiamo l’Immacolato Cuore della Purissima fra tutte le creature, della vostra Primogenita, della Madre Vergine del vostro Verbo fatto uomo, e per amore di Maria Santissima vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate. Vi presentiamo i meriti del Glorioso Patriarca S. Giuseppe che adombrò la Vostra Divina Paternità, e vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate. Vi presentiamo i meriti di tutti i vostri Santi e di tutti i vostri Angeli che fanno corona al Santo dei Santi, e vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate.
“Miserere nostri Domine Miserere nostri!”
“Parce Domine, parce populo tuo”.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA – GIUGNO 2012
Preghiamo:
Generale: Perché i credenti sappiano riconoscere nell'Eucaristia la presenza vivente del Risorto, che li accompagna nella vita quotidiana.

Missionaria: Perché i cristiani in Europa riscoprano la propria identità e partecipino con più slancio all'annuncio del Vangelo.



Il filosofo martire: Giustino di Nablus

Flavia Neapolis (oggi Nablus), inizio II secolo
Roma, ca. 164


 


Martirologio Romano, 1 giugno: Memoria di san Giustino, martire, che, filosofo, seguì rettamente la vera Sapienza conosciuta nella verità di Cristo: la professò con la sua condotta di vita e quanto professato fece oggetto di insegnamento, lo difese nei suoi scritti e testimoniò con la morte avvenuta a Roma sotto l’imperatore Marco Aurelio Antonino. Infatti, dopo aver presentato all’imperatore la sua Apologia in difesa della religione cristiana, fu consegnato al prefetto Rustico e, dichiaratosi cristiano, fu condannato a morte.



Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni
 
Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Comparsi davanti al tribunale, il prefetto Rustico disse a Giustino: «Anzitutto credi agli dèi e presta ossequio agli imperatori».
    Giustino disse: «Di nulla si può biasimare o incolpare chi obbedisce ai comandamenti del Salvatore nostro Gesù Cristo».
    Il prefetto Rustico disse: «Quale dottrina professi?». Giustino rispose: «Ho tentato di imparare tutte le filosofie, poi ho aderito alla vera dottrina, a quella dei cristiani, sebbene questa non trovi simpatia presso coloro che sono irretiti dall'errore».
    Il prefetto Rustico disse: «E tu, miserabile, trovi gusto in quella dottrina?». Giustino rispose: «Sì, perché io la seguo con retta fede».
    Il prefetto Rustico disse: «E qual è questa dottrina?». Giustino rispose: «Quella di adorare il Dio dei cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l'universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunziato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini araldo di salvezza e maestro di buone dottrine. E io, da semplice uomo, riconosco di dire ben poco di fronte alla sua infinita Deità. Riconosco che questa capacità è propria dei profeti che preannunziarono costui che poco fa ho detto essere Figlio di Dio. So bene infatti che i profeti per divina ispirazione predissero la sua venuta tra gli uomini».
    Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «Sì, sono cristiano».
    Il prefetto disse a Giustino: «Ascolta, tu che sei ritenuto sapiente e credi di conoscere la vera dottrina; se dopo di essere stato flagellato sarai decapitato, ritieni di salire al cielo?». Giustino rispose: «Spero di entrare in quella dimora se soffrirò questo. Io so infatti che per tutti coloro che avranno vissuto santamente, è riservato il favore divino sino alla fine del mondo intero».
    Il prefetto Rustico disse: «Tu dunque ti immagini di salire al cielo, per ricevere una degna ricompensa?». Rispose Giustino: «Non me l'immagino, ma lo so esattamente e ne sono sicurissimo».
    Il prefetto Rustico disse: «Orsù torniamo al discorso che ci siamo proposti e che urge di più. Riunitevi insieme e sacrificate concordemente agli dèi». Giustino rispose: «Nessuno che sia sano di mente passerà dalla pietà all'empietà».
    Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia». Giustino rispose: «Abbiamo fiducia di salvarci per nostro Signore Gesù Cristo se saremo sottoposti alla pena, perché questo ci darà salvezza e fiducia davanti al tribunale più temibile e universale del nostro Signore e Salvatore».
    Altrettanto dissero anche tutti gli altri martiri: «Fa' quello che vuoi; noi siamo cristiani e non sacrifichiamo agli idoli».
    Il prefetto Rustico pronunziò la sentenza dicendo: «Coloro che non hanno voluto sacrificare agli dèi e ubbidire all'ordine dell'imperatore, dopo essere stati flagellati siano condotti via per essere decapitati a norma di legge».
    I santi martiri glorificando Dio, giunti al luogo solito, furono decapitati e portarono a termine la testimonianza della loro professione di fede nel Salvatore.

L'Apostolo del "Rogate"

Messina, 5 luglio 1851 - Messina, 1 giugno 1927




Martirologio Romano, 1 giugno: A Messina, sant’Annibale Maria di Francia, sacerdote, che fondò le Congregazioni dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle Figlie del Divino Zelo per pregare il Signore di rendere la sua Chiesa feconda di santi sacerdoti; si adoperò con particolare dedizione per gli orfani distendendo a tutti i poveri le mani misericordiose di Dio.


DAGLI SCRITTI DI SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
O Signore Onnipotente che giustamente siete sdegnato pei nostri peccati, e ci minacciate i vostri castighi per chiamarci a penitenza essendo Voi Padre Misericordioso che non volete la morte del peccatore, ma che si converta e viva, noi miserabili vostre creature, umiliate profondamente alla vostra Divina Presenza, confessiamo di essere meritevoli di tutti i vostri divini castighi.  Ma noi vi presentiamo la Croce SS. dell’Unigenito Vostro Figliuolo, il Sangue suo Preziosissimo e tutti i suoi meriti, e vi supplichiamo che ci usate Misericordia.
Ricordatevi, o Signore Onnipotente, che bastò il sangue dell’Agnello per liberare gli Ebrei dalla spada dell’Angelo sterminatore; liberateci, pei meriti del preziosissimo Sangue del Figlio vostro dalla giustissima vostra collera. “Ab ira tua libera nos Domine”.
Noi benediciamo e glorifichiamo l’ira vostra Santissima e giusta che è sempre piena di Misericordia: “etiam cum iratus fueris Misericordiam facis”, e se Voi ci volete vittime del vostro giustissimo sdegno, noi non cessiamo di lodarvi, di benedirvi e di glorificarvi, e baciamo la vostra mano santissima meritevoli di tutti i vostri castighi. Fate, o Signore Iddio, di noi quello che più vi aggrada.
Noi fin da questo momento vi ringraziamo per tutte le tribolazioni, le angustie, le privazioni, le contrarietà, le pene, i dolori, le malattie, le miserie, le persecuzioni ed ogni afflizione con cui ci visitate in tutto quest’anno 1886. Vi rendiamo grazie con tutto il cuore, e mentre la natura trema e si affligge, intendiamo che lo spirito vi lodi, vi ringrazi e vi benedica.
O Padre amorosissimo, ricordatevi che siamo stati fatti figli vostri pei meriti del Figlio Vostro Unigenito, usateci Misericordia! Signore Onnipotente, ricordatevi che siamo fragile erba che presto appassisce e non ci vogliate sterminare. Guardate la nostra umiliazione e come stiamo stremati e atterrati al vostro Cospetto! e usateci Misericordia.
“Miserere nostri, Domine, miserere nostri!”  Per la vostra Onnipotenza vi preghiamo per la quale stritolate le mascelle dei leoni, dissolvete in fumo i monti, e con un solo sguardo scuotete la Terra dai fondamenti, per la vostra Eternità vi preghiamo per la quale siete longanime, paziente e commiseratore della nostra ignoranza: Signore Onnipotente, vi preghiamo, salvateci: “Salva nos perimus”.  Signore degli elementi, Signore della Natura, raffrenate le potenze create perché non ci sterminino; come Ministri delle vostre giuste vendette, Signore degli Angeli, arrestate gli spirito celesti perché non ci disperdano quali vendicatori del vostro onore oltraggiato!  Dominatore di tutto l’inferno, trattenete gli spiriti infernali perché in pena delle nostre colpe non esercitino su di noi la loro potenza sterminatrice.
È vero che siamo peccatori, e non abbiamo come giustificarci, ma per questo vi supplichiamo che ci trattate non con la vostra Giustizia, ma con la vostra Misericordia. Per tutti i nostri peccati noi vi presentiamo l’Unigenito vostro Figliuolo Crocifisso e Sacramentato, che si offrì a Voi sul Calvario, e a Voi si offre cento volte al giorno nel gran sacrificio della Santa Messa. “Respice in faciem Christi tui”.
 Vi presentiamo l’Immacolato Cuore della Purissima fra tutte le creature, della vostra Primogenita, della Madre Vergine del vostro Verbo fatto uomo, e per amore di Maria Santissima vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate. Vi presentiamo i meriti del Glorioso Patriarca S. Giuseppe che adombrò la Vostra Divina Paternità, e vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate. Vi presentiamo i meriti di tutti i vostri Santi e di tutti i vostri Angeli che fanno corona al Santo dei Santi, e vi supplichiamo che ci perdonate e ci salvate.
“Miserere nostri Domine Miserere nostri!”
“Parce Domine, parce populo tuo”.