giovedì 31 maggio 2012

Il Martirio in San Tommaso d'Aquino





«Perciò il martirio si ha nel fatto che uno testimonia la fede, mostrando con le opere di disprezzare tutti i beni presenti, per giungere ai beni futuri e invisibili» (STh, II-II, q. 124 a. 4 co.).
«il martirio consiste nel fatto che uno persiste con fermezza nella verità e nella giustizia contro la violenza dei persecutori» (STh, II-II, q. 124 a. 1 co.).
«nella Chiesa si celebra il martirio di S. Giovanni Battista, il quale subì la morte non per non rinnegare la fede, ma per aver condannato l'adulterio» (STh, II-II, q. 124 a. 5 co.).
«il martirio meglio di tutti gli altri atti virtuosi dimostra la perfezione della carità» (STh, II-II, q. 124 a. 3 co.).

VISITAZIONE DELLA B. V. MARIA





La festa della Visitazione conclude il mese mariano di Maggio.
Una pagina del vangelo conosciuta.

Una festa a me tra le più care, che rievoca profondi sentimenti di devozione.
Una festa “visiva”: si perché ho sempre in mente due immagini che mi illustrano questo evento.
La prima. Due donne nel cui grembo c’è una mandorla nel cui interno c’è un bimbo: il Cristo e il Battista, il loro primo incontro. Il primo mandato profetico del Battista che “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo”.

Il saluto di Maria è il saluto del Figlio: il Battista già allora ne riconosce la voce: Lui che è venuto ad essere Voce che grida nel deserto per portare la speranza di Colui che è Parola eterna.

La seconda immagine. È una donna vestita di rossa, che dopo aver avuto l’annuncio dell’Angelo, corre sui monti per raggiungere, in abito diaconale (del servizio) la parente che anziana e gravida chiede il suo aiuto.
L’insegnamento di questa festa, dopo aver accolto la Parola, così come la Vergine, così come il Battista è quello di mettersi al servizio nella carità.

È la docilità all’azione dello Spirito, come ci ha fatto pregare l’orazione Colletta, affinché la nostra vita sia un “magnificare con Maria” il santo nome di Gesù.

Solo la carità salva, solo la carità magnifica il santo nome di Gesù.
Come deve essere la carità?
Ce lo dice la I lettura:
  • la carità non sia ipocrita: non è finta, di convenevole, poi quando giro l’angolo cambio maschera.
  • la carità è una santa gara: “gareggiate nello stimarvi a vicenda … Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto”. Felici della felicità altrui.
  • la carità non è pigra: “Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore”
  • la carità è piena di speranza, costante, perseverante: “Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”. Pensiamo alle opere di misericordia spirituale.
  • la carità è ospitale e capace di condivisione: “Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità”
  • la carità è amore per il nemico: “Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite”.
  • la carità è umile: “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile”.

Santa Maria,
donna umile e povera,
benedetta dell'Altissimo, salve!
Vergine della speranza,
profezia dei tempi nuovi,
unisci al tuo cantico le nostre voci
e accompagnaci nel nostro cammino:
per annunciare l'avvento del Regno
e la totale liberazione dell'uomo;
per portare Cristo ai fratelli
e raggiungere con essi
una più intensa comunione di amore;
per magnificare con te la misericordia del Signore
e cantare la gioia della vita e la salvezza.
Vergine, arca dell'Alleanza nuova,
primizia della Chiesa,
accogli la nostra preghiera.
Amen.

(da Piccolo Ufficio, In preghiera con Maria la Madre di Gesù, Libreria Editrice Vaticana)