martedì 22 maggio 2012

ELENCO ARCHIVIO ICONOGRAFICO 2012





«Io non conosco altro mezzo
per giungere alla perfezione fuorché l’Amore ...
È per questo che è fatto il nostro cuore».
(lettera a M. Guérin, luglio 1890)
 

Santi, Beati, Venerabili, servi di Dio
venerati dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Ortodossa

In modo particolare poi tra i Santi raccolgo:
  • santi Cosimo e Damiano,
  • santi Martiri,
  • san Sostene di Calcedonia,
  • san Rocco,
  • san Marco evangelista,
  • i "corpi santi" o martiri delle catacombe (anche in foto, poi faccio il santino in digitale)
  • san Giovanni Battista,
  • San Giuseppe di Nazareth,
  • la santità di nome MARCO e DAMIANO
  • i martiri del XX secolo

  • ICONOGRAFIA AMBROSIANA
  • servi di Dio, Venerabili, Beati e Santi della Chiesa Ambrosiana
  • Santi Ambrogio e Carlo Borromeo vescovi

  • ICONOGRAFIA CALABRESE:
  • servi di Dio, Venerabili, Beati e Santi
  • “Corpi santi” venerati in Calabria
  • santi italo-greci


ICONOGRAFIA MARIANA:
a) titoli mariani delle regioni Lombardia, Calabria e Puglia.
b) immagini mariane locali e italiane con i seguenti titoli:

  1. Addolorata - Pietà
  2. Aiuto - Buon Aiuto - Ausiliatrice
  3. Angeli - Angelo
  4. Animali (titoli mariani legati alla fauna, italiani e esteri)
  5. Annunziata
  6. Assunta – Transito - Dormizione
  7. Astri (es: Stella. Sole..)
  8. Bambina - Natività BVM – Presentazione al Tempio
  9. Bosco
  10. Buon Consiglio
  11. Buon Rimedio – Rimedio
  12. Cacciapensieri
  13. Caravaggio
  14. Carmine
  15. Catena
  16. Chiesa (Madre della)
  17. Consolata - Consolatrice
  18. Consolazione – Cintura
  19. Costantinopoli
  20. Croce - Crocetta
  21. Cuore di Gesù (Nostra Signore del)
  22. Cuore Immacolato
  23. Czestochova
  24. Divina Grazia
  25. Divina Misericordia (Misericordia)
  26. Divina Provvidenza (Provvidenza)
  27. Divino (titoli preceduti da)
  28. Eucarestia (SS. Sacramento)
  29. Fatima
  30. Fiducia
  31. Fonte – Fontana – Acqua (titoli riconducibili all’acqua)
  32. Gibilmanna
  33. Grazie - Latte
  34. Guadalupe
  35. Immacolata
  36. Itria - Odigitria
  37. Lacrime - Pianto
  38. Libera - Liberatrice - Libertà
  39. Loreto
  40. Lourdes
  41. Lume – Luce – Lumi - Lampada
  42. Madre di\dei\della
  43. Mercede
  44. Miracoli – Miracolo - Miracolosa
  45. Misericordia – Divina Misericordia
  46. Monte – Monti – Sacro Monte (titoli con la parola “Monte”)
  47. Neve – S.M. Maggiore – ad Nives
  48. Ogiditria – Itria
  49. Orfani
  50. Pace
  51. Paradiso – Scala del Paradiso – Porta del Paradiso = Scala
  52. Parto – Gravidanza - Attesa
  53. Perpetuo Soccorso - Soccorso
  54. Piante – Natura (titoli mariani legati alla flora, italiani e esteri)
  55. Pietà - Addolorata
  56. Ponte
  57. Popolo
  58. Porto
  59. Portosalvo
  60. Poveri
  61. Pozzo
  62. Preziosissimo Sangue – Sangue
  63. Provvidenza – Divina Provvidenza
  64. Rimedio – Buon Rimedio - Rimedi
  65. Rosario
  66. Salette
  67. Salute – Sanità
  68. Sangue - Preziosissimo Sangue
  69. Santi (Madonne titolate con nomi di Santi: es. S. Luca)
  70. Scala - Paradiso – Scala del Paradiso – Porta del Paradiso
  71. Soccorso – Perpetuo soccorso
  72. Speranza – Santa Speranza
  73. SS. Sacramento - Eucarestia
  74. Strada
  75. Vena
  76. Vita
  77. Vocazione\i

c) Litanie Lauretane


ICONOGRAFIA CRISTOLOGICA
i) il SS. Crocifisso (venerato localmente)
ii) santini con le reliquie della Passione
iii) vita di Gesù (SOLO ANTICHE)


Pregate la Vergine Santa che ...




“Pregate la Vergine Santa che il Cuore del Suo e nostro Gesù si avvicini a noi, che i nostri cuori battano all’unisono con i palpiti del suo Cuore amorosissimo. Cuore di Gesù, siate tutto il nostro amore! Signore, non guardate alle nostre colpe, ma guardate al Sacro Cuore di Gesù ed abbiate pietà di no”.
(Beata Anna Michelotti)



Martirologio Romano, 1 febbraio: A Torino, beata Giovanna Francesca della Visitazione (Anna) Michelotti, vergine, che fondò l’Istituto delle Piccole Suore del Sacro Cuore di Gesù per servire gratuitamente nel Signore gli ammalati poveri.

O mio Gesù ...





O mio Gesù abbraccio tutto il mondo
nell’amore del tuo Cuore.

Voglio amarti per tutti quelli
che non ti amano,
che non ti cercano,
che non ti vogliono
e riversare il tuo amore su tutta l’umanità.

Anche se non te lo ripeto
il mio cuore palpita vicino al tuo.

Soffrire per tutti quelli che
non sanno soffrire
con la soavità con cui soffri tu.

O Cuore agonizzante
ricordati di me nell’ultimo momento e
coprimi col manto della tua carità infinità.
Amen.

Quel nome raro fa pensare a Gesù





Il Martirologio Romano contiene molti santi e beati che hanno dato gloria al Santo Nome di Gesù, testimoni del suo amore tra gli omini.
Tra costoro nessuno si chiama Galileo, ma la Chiesa attende che un suo figlio, nato a Capranica (VT) nel 1882, possa presto salire agli onori degli altari.
Il nome Galileo è di derivazione ebraica: Galil e significa “circondario, regione”.
Ci riporta alla mente il grande padre della scienza moderna Galileo Galilei, nato a Pisa il 15 febbraio 1564 e morto ad Arcetri (FI) l’8 gennaio 1642: fisico, filosofo, astronomo e matematico, un genio della scienza.
Ma il nome Galileo ci ricorda anche la regione in cui visse Gesù Cristo, la Galilea. Con il soprannome “il Galileo”, Gesù, viene nominato nel Vangelo di Matteo nel famoso dialogo tra l’apostolo Pietro e suoi accusatori:

“Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell'uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente”. (Mt 26)

Il nome Galileo ci vuole richiamare la devozione al Santo Nome di Gesù, che nella trazione cristiana non si è molto diffuso tranne che nelle forme di: Jesus, Salvatore, Gesuina, ed appunto Galileo.
L’onomastico, per coloro che portano questo nome, è certamente il 3 gennaio, memoria (se pur facoltativa, nel rito romano) del Santo Nome di Gesù. Ecco quello che scrive il Martirologio Romano: “Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina”.

Ma ritorniamo all’unico testimone di santità che ha questo nome: Galileo Nicolini.

Il venerabile Galileo Nicolini, novizio passionista, morto in fama di santità, presso il noviziato del Monte Argentario (Grosseto), il 13 maggio 1897, sentì la chiamata alla vita passionista al momento di ricevere la Prima Santa Comunione.
Un ragazzo coraggioso, intraprendente, autoritario, volitivo, allegro, assennato: così era Galileo Nicolini. A 8 anni rimprovera un ospite a pranzo che parlava male della Chiesa: sale su una sedia e sicuro di se dice: “Lei è solo un gran maleducato, perché fa questi discorsi in casa nostra, pur conoscendo la nostra fede”.
È nato il 17 giugno 1882 a Capranica (Viterbo). A quattro anni, inizia la scuola, a cinque fa da segretario al papà e scrive le sue lettere di affari sotto dettatura. In due anni, supera quattro classi. Per gli esami di terza (media!), è mandato al regio ginnasio di Viterbo: meraviglia e stupore per i professori vista la sua eccellente preparazione.
Scopre “Gesù nascosto” nel Tabernacolo si intrattiene con Lui in lunghi colloqui.
A sei anni, comincia a confessarsi, a nove ha il direttore spirituale nel dotto francescano Padre Ahern. Legge libri di intensa vita spirituale e pone domande sorprendenti e profonde. Nel febbraio 1894, i Passionisti predicano una missione popolare a Capranica. Galileo si entusiasma: quei missionari dal saio nero, con il Cuore di Gesù e i segni della sua Passione sul petto, lo affascinano. Il successivo 26 agosto 1894, riceve la Prima S. Comunione nella chiesa dei Passionisti a Vetralla. Per prepararsi, ha trascorso dieci giorni di ritiro con i religiosi, partecipando alle loro preghiere e alla loro vita di comunità. Quando Galileo ritorna a Capranica ha compreso che la sua vera famiglia sarà quella dei Passionisti. Ogni giorno medita la Passione di Gesù. Si accosta sovente alla Confessione e alla Comunione. I frutti sono evidenti persino nell’aspetto esteriore. Essere religioso passionista e sacerdote diventa il suo unico desiderio. Il confessore lo invita a fare una novena allo Spirito Santo per allontanare ogni dubbio. Il ragazzo obbedisce ed è sempre più sicuro della chiamata di Dio.
Ne parla ai genitori. La mamma rimane sorpresa e perplessa. Il papà è contrario. I Passionisti non lo vogliono perché è soltanto un bambino e non accettano allievi inferiori ai 14 anni. I genitori pensano di far di lui un ingegnere, un futuro dirigente della loro ditta. Ma Galileo, soffre e prega, deciso a far la sua strada. Per il dolore perde l’appetito e deperisce a vista d’occhio. Si affida alla Madre di Dio. Il papà un giorno gli dice: “Se proprio sei chiamato per questa via, io stesso mi adopererò per le pratiche necessarie”.
Il 5 marzo 1895 entra nel Seminario di Rocca di Papa (Roma) dove altri ragazzi come lui si preparano alla vita religiosa. Gli pare di toccare il cielo con il dito. Anzi si sente già in cielo, così scrive in una lettera ai suoi famigliari: “Non smetto di ringraziare Dio che si è degnato di rivolgere su di me il suo sguardo benigno. Noi qui siamo in un piccolo paradiso terrestre”. Sta bene di salute e rassicura i suoi: “Sono diventato più alto e sono cresciuto di dieci chili”.
In seminario è il ragazzo di sempre e prende come modello S. Gabriele dell’Addolorata (1838-1862) ed affermerà: “Voglio farmi santo come lui”.
Trascorsi 13 mesi a Rocca di Papa, può entrare in noviziato a Lucca, da dove scrive ai genitori: “Da tempo desideravo essere inviato al noviziato. Eccomi finalmente appagato. Già vi sono con grandissimo mio piacere”. Il 9 luglio 1896 veste l’abito passionista, cambiando nome, ma tutti continuano a chiamarlo Galileo, perché è il più piccolo della Congregazione e poi quel nome raro fa pensare a Gesù.
Il maestro dei novizi, il servo di Dio P. Nazareno Santolini, resta meravigliato: “Appena lo conobbi, vidi in lui una perla preziosa affidatami da Dio e mi stimai fortunato di averlo tra i miei allievi”. Ammira in lui una grande maturità di senno e uno spirito forte e lieto: del fanciullo ha solo l’ingenuità e la semplicità.
Dal noviziato un giorno scrive: “Per avere la pace del cuore e gustare il Paradiso sulla terra, bisogna vivere in continua obbedienza, rinnegando la propria volontà per conformarsi a quella di Dio”.
Il Signore ha altri sogni per il giovane Galileo. All’alba del 27 febbraio 1897 (ora festa liturgica di San Gabriele dell’Addolorata!), Galileo alzandosi sente sangue venirgli alla bocca. La tisi lo ha già afferrato. Il Generale, il beato Bernardo Silvestrelli, che vuole un gran bene a Galileo, informato della malattia, vorrebbe mandarlo a casa per un breve periodo, sperando nel miracolo della guarigione “all’aria natia”. Galileo, però, rifiuta per poter morire tra i confratelli. Accetta però di trasferirsi al Monte Argentario, nella prima casa aperta dal fondatore dei Passionisti, S. Paolo della Croce.
Tutti pregano per la sua guarigione a cominciare dai superiori che ordinano una novena solenne alla Madonna. Galileo, da parte sua, prega soltanto così: “Mamma mia, io sono molto malato né altri può guarirmi se non Tu. Guariscimi se è per la maggior gloria di Dio e per il bene dell’anima mia”. I confratelli si alternano al suo letto diventato altare, per assisterlo. Il più giovane figlio della Congregazione sta morendo come i santi, offrendo a tutti esempio di rassegnazione e di perfetta letizia.
Un giorno sussurra: “Il patire per amore non è dolore / che se il patir si sente / amabile lo rende il puro amore”. Patire per amore: il suo segreto, il segreto dei santi.
Rivede la madre e con un permesso speciale del superiore generale, emette la professione religiosa “in articulo mortis”, offrendo a Dio i tre voti di castità, obbedienza e povertà: ora è Passionista.
Galileo riceve il S. Viatico, poi protende le braccia in alto, stringe nella mano destra una medaglia della Madonna e sorride. Sono le tre del 13 maggio 1897. È vissuto solo 14 anni, 10 mesi e 26 giorni. Il 27 novembre 1981, il beato Giovanni Paolo II, riconosce l’eroicità delle sue virtù cristiane e lo dichiara venerabile. Ora la Chiesa attende un miracolo per poterlo beatificare.
Il servo di Dio Luigi Olivares, Vescovo di Nepi e Sutri, diocesi di Galileo, lo definì “un altro Domenico Savio, entrambi ragazzi santi”.