giovedì 27 settembre 2012

Il Santo eremita del Fortore (1)



San Giovanni Eremita da Tufara in processione
Foiano di Val Fortore (BN)


INTRODUZIONE

La scoperto di “un personaggio spirituale ricco di interiorità” è un’oasi di speranza per un futuro di rinnovamento spirituale.
Porre lo sguardo su un santo eremita è chiedersi profondamente come vivere anche in questo tempo una dimensione spirituale intensa.
“La santità è intimità con Dio, è imitazione di Cristo, povero, casto, umile; è amore senza riserve alle anime e donazione al loro vero bene” (Presbiterorum Ordinis, 33)
Accostarsi alla vita di un santo monaco è farsi affascinare da come egli si è fatto intimo di Dio nella preghiera personale e corale, nella meditazione della Parola e nell’amore verso il prossimo.

Il Martirologio Romano ricorda la memoria dell’eremita del Fortore il 14 novembre: “Nel cenobio di Santa Maria di Gualdo Mazocca vicino a Campobasso, beato Giovanni da Tufara, eremita”.

Giovanni da Tufara è così ufficialmente riconosciuto come “beato”, ma da sempre è venerato in Valle di Fortore come “San Giovanni eremita da Tufara”.

La vita di San Giovanni Eremita fu redatta all’epoca Giovanni il Venerabile ( 1203), priore di Santa Maria di Gualdo Mazocca, affidandone il compito al monaco Giacomo. L’opera col nome di Legenda di Giovanni Romito fu completata con il priore Benedetto ( 1215).

La Legenda, documento importante per conoscere la vita del Santo eremita, descrive la solenne cerimonia dell’”Elevatio et translatio corporis”, disposta dall’arcivescovo Ruggero di Benevento, ma poi eseguita dal vescovo di Volturara, coadiuvato dai vescovi di Dragonara e di Montecorvino.
La cerimonia si svolse il 28 agosto 1221. Questa cerimonia era una forma di proclamazione e riconoscimento di santità, da parte dei Vescovi del luogo, in uso nel primo millennio di vita della Chiesa e rimase in uso fino al 1234, dopo di che la canonizzazione fu riservata esclusivamente al papa.
Questo ci porta da dire che il beato Giovanni da Tufara può esser giustamente chiamato San Giovanni eremita da Tufara.

1 commento:

regio18 ha detto...

EVVIVA!!!!
L'Eremita Giovanni da Tufara deve essere invocato col titolo di santo. Lo ha comunicato lo scorso 30 ottobre 2013 la Congregazione delle Cause dei Santi all’arcidiocesi di Benevento e al parroco di Foiano di Val Fortore.

La canonizzazione è avvenuta, secondo la procedura all’epoca vigente, col rito della elevatio et translatio corporis officiato, il 28 agosto 1221, dai vescovi di Volturaria, di Dragonara e di Montecorvino, su delega dell’Arcivescovo di Benevento, Ruggiero.

La lettera, che reca la firma del cardinale Prefetto, Angelo Amato, risolve definitivamente ogni dubbio in merito al dibattito se ritenere l’eremita “santo” o “beato”.

Dopo una lunga stagione fatta di studi, di ricerche, di sofferte diatribe e di approfondimenti, occorre, in ottemperanza al pronunciamento ufficiale della Sacra Congregazione, venerare Giovanni da Tufara col titolo di santo.