domenica 16 ottobre 2011

Restituite a Cesare e a Dio ...




Martirologio Romano, 15 aprile: Ad Avignone nella Provenza, in Francia, beato Cesare de Bus, sacerdote, che, convertitosi dalla vita mondana, si dedicò alla predicazione e alla catechesi e fondò la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, a cui diede la finalità di rendere gloria a Dio attraverso la formazione dei fedeli.


Dagli scritti del Beato Cesare

I messaggeri, dopo aver lodato Gesù per accattivarsene la benevolenza, in atto rispettoso e come in aria di consiglio, gli chiesero quale fosse il suo parere, se fosse lecito o no di pagare il tributo a Cesare, immaginando di coglierlo con questo mezzo in parola… Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti perché mi tentate?”. Ed in ciò fece vedere che era Dio, perché Egli non risponde alle loro parole ma ai loro pensieri…

Subito dopo, Egli disse agli invitati: “Mostratemi la moneta!”. Ed Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»… Siccome nella moneta di Cesare era impressa l’immagine ed era scritto il nome di Cesare; così nella moneta di Dio bisogna che vi si trovi scolpito il nome e l’immagine di Dio. La moneta di Cesare era d’oro e d’altro metallo; quella di Dio è l’uomo…

Gesù ci dice di rendere a Cesare quello che è di Cesare. Egli dice a noi “rendete” e non “date” perché si dà quello che è proprio e si rende ciò che è altrui… Noi dobbiamo rendere a Dio, a noi stessi e al nostro prossimo. Dobbiamo rendere a Dio onore, timore e amore, perché è nostro Dio; amore perché è nostro Padre, timore perché è nostro Giudice, onore perché ci ha creati, amore perché ci ha riscattati… A noi dobbiamo tre cose, cioè la purità al cuore, la custodia della lingua e la mortificazione della carne… Dobbiamo al prossimo tre cose:
obbedienza, concordia e liberalità, cioè obbedienza ai superiori…

Oh Signore nostro Gesù Cristo, maestro supremo, da cui dipende l’esistenza di tutte le cose, che nella vostra onnipotenza dite, e tutte le cose sono fatte. Fate che siamo veri discepoli e così fedeli che mai ci allontaniamo dai vostri comandamenti. E poiché siete la via, fate che non ci scostiamo mai da essa, ma che la seguiamo in tutto e per tutto, sia nella stalla della povertà, sia nel deserto della penitenza, sia nella croce delle tribolazioni. Ed essendo voi verità infallibile, non permettete che cadiamo nell’errore, ma esercitando la giustizia e rendendo a ciascuno tutto ciò che gli è dovuto, possiamo presentarci con sicurezza dinanzi al trono della vostra maestà e rendere un ottimo conto della nostra vita. Amen.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




16 ottobre
BEATO CONTARDO FERRINI, laico
MEMORIA

Contardo Ferrini nasce a Milano nel 1859. Ragazzo prodigio, a 17 anni consegue la licenza liceale, a 21 si laurea in giurisprudenza e, dopo un periodo di specializzazione a Berlino, a 24 insegna già diritto romano all'università di Pavia. Insegna poi a Messina e a Modena e nel 1894 torna a Pavia, dove resterà fino alla morte. Studioso, giurista e ricercatore stimato, coltiva anche una forte spiritualità, che gli permetterà di distinguersi in un ambiente fortemente anticlericale. Il suo segreto: l’«apostolato silenzioso» e il suo stile di vita, con cui riuscirà a parlare di Dio anche ai lontani, agli indifferenti, agli atei. Impegnato nella San Vincenzo e in altre attività caritative, per quattro anni è anche consigliere comunale di Milano, dove si batte per conservare l'insegnamento religioso nelle scuole primarie. È anche uno dei primi a sostenere il progetto di un'università cattolica in Italia. Contrae il tifo bevendo a una fontana inquinata e muore a 43 anni, il 17 ottobre 1902, durante un periodo di vacanza a Suna, sul Lago Maggiore. Pio XII lo proclama beato nel 1947.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 17 ottobre: A Suna presso il lago Maggiore, beato Contardo Ferrini, che, nell’educare i giovani, con il suo esempio di fede e di vita cristiana andò ben oltre la scienza umana.