domenica 25 settembre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano



immagine del Messale Ambrosiano:

S. Barnaba apostolo
consacra vescovo Anatalone

25 settembre
SAN’ANATALONE e
TUTTI I SANTI VESCOVI MILANESI, vescovi
FESTA

L'arcidiocesi milanese è universalmente nota come “Chiesa ambrosiana”, dal nome del suo più grande vescovo e dottore della Chiesa sant'Ambrogio, che la resse nella seconda metà del IV secolo. Ciò che assai probabilmente non tutti sapranno è che invece tale diocesi venera come proto-vescovo un certo Sant'Anatalone, personaggio alquanto leggendario, facente parte con Ambrogio e Carlo Borromeo di una schiera di ben 143 vescovi, tra i quali 38 santi e 2 beati, che nel corso di diciassette secoli hanno retto la sede episcopale dell'antica Mediolanum.

Dall'analisi dei nomi di alcuni primi vescovi milanesi, come Anatalone, Calimero, Mona e Mirocle, ed antiche iscrizioni tombali relative a sacerdoti milanesi confermano chiaramente che la penetrazione del cristianesimo a Milano avvenne dall'Oriente, tramite le vie dei mercanti e dell'esercito.

Nonostante il giorno della morte di Sant'Anatalone sia ritenuto il 24 settembre, la sua festa fu trasferita nel 1490 al giorno successivo, in cui tra l'altro si festeggiano tutti i primi santi vescovi milanesi, perché il 24 settembre ricorreva a Milano la patrona della cattedrale santa Tecla.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 24 settembre: A Milano, sant’Anatalo, ritenuto primo vescovo di questa città.

Questo non è cattolicesimo! E' un minestrone...

Quando in nome della libertà si vive in una non verità.


Volevo essere prete fin da bambina
Maria Vittoria Longhitano Siciliana, domenica prossima diventerà parroca della Chiesa Vetero-Cattolica di Milano. La prima ordinata ed eletta in Italia.

 Lei è una donna sacerdote ed è cattolica, come è possibile?

Perché appartengo alla Chiesa Vetero-Cattolica italiana, che è indipendente da Roma e vuole recuperare la Chiesa autentica, quella indivisa, democratica e pluralista precedente agli scismi.

Come ha capito che voleva diventare prete?

Lo desideravo fin da bambina. Giocavo a battezzare le bambole, a dire messa con le patatine come se fossero ostie, ogni sciarpa diventava una stola.

Ma cosa le piaceva dell’essere prete?

L’idea che un sacerdote è una persona che ha cura, che abbraccia tutti. E il contatto con Dio: mi immaginavo che fosse molto profondo. Poi la liturgia: i colori, l’incenso, i gesti, il simbolismo.

Il mistero del contatto con Dio l’ha trovato?

Ma certo... da bambini si ha un’immagine idealizzata: o bianco o nero. Il contatto con Dio invece non è una cosa che si trova in un giorno: si coltiva sempre e al di là della vocazione.

Lei è stata educata nella Chiesa romana: quando ha capito che non poteva fare il prete?

Quando dissi al parroco che volevo diventare chierichetta - non osavo chiedere troppo! Mi rispose che Gesù non voleva. È stata l’angoscia della mia infanzia.

C’è chi dice che battezzare una bimba significa iscriverla a un’associazione di cui non potrà mai diventare il capo...

(Ride, ndr.) Bella! Io direi che è un’associazione in cui una bimba non può esprimere a pieno il suo talento e la sua vocazione.

Lei si mise l’anima in pace?

Da noi si prega molto Santa Rita, la “santa degli impossibili”. Ci dicevano che se volevamo qualcosa di irrealizzabile, dovevamo pregare lei. Il giorno della sua festa, il 22 maggio, le chiesi di diventare sacerdote.

C’è riuscita.

Sì. Dopo molti anni, quando il vescovo ha fissato la data della mia ordinazione sacerdotale ha scelto il 22 maggio - senza che lo sapesse. È come se, nella comunione dei santi, questa donna straordinaria mi avesse sostenuto.

Come è stato il suo percorso concreto?

Ho studiato teologia e tentato la strada del monastero di clausura: mi attirava la radicalità della vita contemplativa. Ma quello in cui ero entrata fu chiuso prima che iniziassi il noviziato.

Fu chiuso? Perché?

Era considerato troppo “progressista”: le monache recitavano l’omelia, c’era democrazia interna e autonomia gestionale.

Alla fine ha abbandonato la Chiesa cattolica.

“Cattolico” vuol dire universale. Come fa a essere davvero universale una Chiesa che esclude le donne? Quella Vetero-Cattolica invece è davvero inclusiva e universale.

Anche voi avete vescovi e confessione?

Abbiamo i vescovi e tutti i sacramenti della Chiesa romana. Ma non la sua sessuofobia, non l’esclusione delle donne, non l’idea che il papa sia infallibile e superiore agli altri vescovi. E il nostro clero è eletto dai fedeli.

Quando è nata la vostra Chiesa?

Nel 1873, dopo che 55 vescovi si rifiutarono di sottoscrivere l’idea pontificia che il papa non può sbagliare. A noi, però, piace dire che esistiamo dall’inizio del Cristianesimo e abbiamo mantenuto il suo significato originario di libertà, dignità e rispetto delle persone.

Quanti siete in Italia?

Alcune centinaia, concentrati a Milano, Sabbioneta (Mantova), Roma. A parole molti condividono le nostre scelte, ma poi sono pigri: difficilmente un italiano abbandona la Chiesa romana

E da voi i sacerdoti possono sposarsi.

Anche nella Chiesa del primo millennio il matrimonio dei preti era una cosa regolare. A Ravenna ci sono ancora oggi i dipinti che raffigurano San Pietro con la moglie.

Anche sulla morale sessuale, avete delle posizioni più aperte rispetto alla Chiesa romana...

La sessualità è una forza positiva per la crescita delle persone. E un modo per dimostrare amore tra due persone che hanno un progetto comune. Dio non entra nelle camere da letto.

Ci deve essere un progetto di vita comune?

Siamo per l’assoluta libertà di coscienza, non per uno stile di vita libertino. La sessualità tocca profondamente la struttura e l’anima delle persone, non si può usare disinvoltamente. Ma non abbiamo paura del piacere e del desiderio.

Vale anche per gli amori gay?

Accettiamo i divorziati, i gay, qualunque amore, perché Dio è amore. Nella nostra messa partecipata gli omosessuali sono liberi di parlare della loro vita e pregare con gli altri per i loro partner. E ogni seconda domenica del mese, a Milano, celebriamo con il Guado, un’associazione di credenti gay, lesbiche e trans.

Lei spesso va in giro vestita da prete, con il clergyman: come reagisce la gente in Italia?

A Milano non si stupisce nessuno. Al Centro si girano e fanno considerazioni a voce alta: “È anglicana?”, dicono. Al Sud chiedono.

E lei cosa preferisce?

Il Sud! Sono siciliana! E preferisco la gente che si mette in dialogo.

Cosa le piace di più dell’essere prete?

Dare speranza. Che la gente possa smettere di identificare Gesù e Dio con un Chiesa maschile, maschilista, che esclude molte persone.

By Elena Tebano

La vita in 5 date

1974
Nasce a Enna e cresce a Nissoria, un paese di tremila abitanti nell’Ennese. Studia filosofia e teologia a Catania e diventa insegnante nelle scuole superiori.

2008
Sposa Andrea Lanza, che di mestiere fa l’ingegnere ed è entrato nella Chiesa Vetero-Cattolica dopo averla conosciuta. “Per me è stato un enorme sostegno: senza di lui non sarei mai arrivata all’ordinazione”, spiega, “Andrea sa che se sono quella che sono, la persona che ama, è perché ho questa vocazione”.

2009
Viene ordinata diacono a Milano.

2010
Viene eletta sacerdote della Chiesa Vetero-Cattolica. E la prima donna sacerdote ordinata in Italia

2011
Domenica 23 gennaio, il vescovo celebrerà il suo insediamento come parroca di Milano con un rito solenne. La cerimonia si terrà, in via Solferino 17, alle 16 presso la Chiesa anglicana milanese. “Tutti sono invitati. Nella nostra Chiesa chiunque può fare la comunione, basta che sia battezzato. La nostra Chiesa ammette tutti ai sacramenti - separati, gay, trans - perché Dio è amore”, spiega.



* * * dopo queste parole con ci resta che pregare


DALLA PREGHIERA UNIVERSALE DEL VENERDI' SANTO
Per l'unità dei cristiani
 
Preghiamo per tutti i fratelli che credono in Cristo: il Signore Dio nostro conceda loro di vivere la verità che professano e li raduni e li custodisca nell'unica sua Chiesa.

Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno, che riunisci i dispersi e li custodisci nell'unita, guarda benigno al gregge del tuo Figlio, perché coloro che sono stati consacrati da un solo Battesimo formino una sola famiglia nel vincolo dell'amore e della vera fede. Per Cristo nostro Signore. R. Amen

Il Pallio al nuovo Arcivescovo di Milano