mercoledì 3 agosto 2011

Un corpo.. due identità.. una falsità!







È in mio possesso un santino edito a Milazzo nel ‘900 in cui il sacro corpo venerato a Milazzo come quello della beata Candida da Milazzo è chiamato: Santa Candida vergine e martire.
Ma se lo si guarda bene si capisce che non la beata milazzese, ma che è un martire delle catacombe e che poi, non capisco a che pro, sia stata venerata come la beata Candida. Sulla stessa urna è la scritta: S. CANDIDA M (ora poco leggibile).

È evidente il grossolano errore che non giova alla fede dei semplici, non giova all’intelligenza della fede, non giova al vero culto dei santi e non giova all’intelligenza della Chiesa.

* * *
“Una antichissima ed ininterrotta tradizione milazzese ci consegna la figura di Candida, venerata con il titolo di Beata, il cui corpo* si conserva presso il Santuario di San Francesco da Paola in Milazzo”. Così inizia la scheda agiografica di un noto sito esperto di santità (e nel sito web minimimilazzo.it). Ma la venerata immagine allegata alla scheda della beata milazzese in realtà non è la “monaca di casa” legata al Santo Padre Francesco da Paola, ma è una martire delle catacombe come si deduce ad occhi nudo dal simulacro di cera che custodisce le ossa e poi dalla stesso documento di autentica, citato nella scheda che dice: “Ad attestare l'autenticità delle reliquie fu stilato il documento di autentica a firma dello stesso Prefetto Fra' Saverio Cristiani, Vescovo di Porfiria, datato 19 Giugno 1784”. In realtà il relatore della scheda dimentica di leggere e riportare il resto della lettera autentica* nella sua integrità:

FR. SAVERIO CRISTIANI
dell’Ordine degli eremiti di S. Agostino
Per grazia di Dio e della Sede Apostolica
Vescovo di Porfirio – Prefetto della Sagrestia Apostolica
Prelato domestico e Assistente al Soglio Pontificio

Attestiamo senza dubbio alcuno a tutti che vedranno il presente documento che le Sacre Reliquie tolte dal cimitero di SANTA CIRIACA, custodito dal S.mo D.N.PP., esaminato e riconosciuto dalal Sacra Congregazione delle Indulgenze e delle Sacre Reliquie da noi donate a maggior gloria di Dio Onnipotente e a venerazione dei suoi Santi, è il SACRO CORPO con VASO di SANGUE* di SANTA CANDIDA MARTIRE, collocato in urna di legno … ben sigillata da un nostro piccolo sigillo, ed abbiamo permesso nel nome del Signore a tutti coloro cui riguarda, di tenere presso di se la presente reliquia, di donarla ad altri e di esporla alla pubblica venerazione in qualunque chiesa, oratorio o cappella con Ufficio, e Messa, secondo il decreto della Sacra Congregazione dei Riti, edito 11 agosto 1691. Abbiamo ordinato di applicare agli stessi questo documento sottoscritto di nostro pugno, confermato dal nostro sigillo.
                        Roma, il giorno 10 (12 o 19) giugno 1784(7).

Come si può comprendere dal documento la così detta beata Candida di Milazzo è una martire delle catacombe di S. Ciriaca.

Lo stesso simulacro riporta, al di là degli abiti non alla romana, la palma (il sito suddetto afferma: “Nella mano destra della Beata fu posta la riproduzione di una palma, simbolo cristiano della vittoria dei Santi sulla morte”: c’è qui un grave errore di interpretazione iconografica, la palma è simbolo del martirio!) e il vaso di sangue (sottolineato dalla stessa autentica!). La stessa fattura del simulacro è simile ad altri corpi santi o martiri delle catacombe presenti in Italia ed in Europa. Riporti alcuni ad esempio:

il corpo santo di Colomba venerato nella Cattedrale di Bari;

il corpo santo di Clementina venerato a Castelguidone (autenticato dallo stesso fr. Saverio Cristiani, e l’autentica è un prestampato uguale a quello di Candida, compilato nelle parti mancanti, cioè: nome catacomba, descrizione corpo e data);

il corpo santo di Clementina venerato a Correggio;

il corpo santo di Colomba venerato a Naro;

e infine il corpo santo di Cristina di Osma, Soria (Portogallo).

Tutti questi esempio sono prova che c’era una scuola d’arte che ha plasmato in modo simile i simulacri in cui riporre le s. reliquie autenticate dalla Sede Apostolica.

Penso che il caso di S. Candida venerata a Milazzo (ME) sia, al momento, l’esempio più assurdo che conosco nel ricercare un’identità storica a delle s. reliquie delle catacombe: normalmente la fantasia dei nostri padri faceva diventare, a causa dell’omonimia, il corpo santo un Martire del Martirologio Romano, ma in questo caso scambiato l’identità di una Martire dei primi secoli della Chiesa di Roma con una vergine consacrata, una Beata, tale solo popolarmente in quanto, se pur avvolta in un alone di fama di santità, la beata Candida da Milazzo è non ha ottenuto la beatificazione ad opere della S. Sede e tanto più riconosciuta dall’Ordine dei Minimi, se non appunto localmente dove reggono il santuario di S. Francesco da Paola.

Infine a controprova, dopo la documentazione e il raffronto iconografico con altri simulacri simili di corpi santi, c’è un santino degli anni ’40 distribuito a Milazzo che definisce la nostra Candida una Santa Vergine e Martire.

Senza pur togliere alla beata milazzese, fiore minimo di Sicilia, il nostro simulacro contiene il corpo santo di una Martire delle catacombe appunto chiamata CANDIDA.

Santa Candida Martire, prega per noi!

si veda anche in (CLICCA QUI)

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano






3 agosto
SAN PIER GIULIANO EYMARD
sacerdote

Pier Giuliano (La Mure d’Isère, Francia, 1811 – 1 agosto 1868), mosso da una grande passione per il mistero eucaristico, scoprì la sua missione nella Chiesa: essere l’apostolo dell’Eucaristia. A questo scopo fondò due famiglie religiose: la Congregazione del SS. Sacramento (1856) e le Ancelle del SS. Sacramento (1859). Convinto che l’Eucaristia è la forza di rinnovamento per la Chiesa e la società, promosse l’amore al SS. Sacramento nei fedeli di ogni ceto e lanciò a questo scopo diverse iniziative. Fu proclamato santo da Giovanni XXIII il 9 dicembre 1962.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 2 agosto: San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote, che, dapprima appartenente al clero diocesano e poi membro della Società di Maria, fu insigne cultore del mistero eucaristico e istituì due nuove Congregazioni, l’una maschile e l’altra femminile, per promuovere e diffondere la devozione verso il Santissimo Sacramento. Morì nel villaggio di La Mure presso Grenoble in Francia, dove era nato.