venerdì 10 giugno 2011

L’iconografia dei Santi Protomartiri Francescani



I Santi Protomartiri Francescani
Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto


ROMA, giovedì, 9 giugno 2011 (ZENIT.org).- Venerdì 10 giugno, in preparazione della festa di sant’Antonio di Padova, a Terni – presso il Museo Diocesano – verrà presentato il volume Dai Protomartiri francescani a sant'Antonio di Padova. Atti della Giornata Internazionale di Studio (Terni, 11 giugno 2010)a cura di L. Bertazzo - G. Cassio, Ed. Centro Studi Antoniani, Padova, 2011.

Tale incontro prevede, dopo i saluti di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, gli interventi di don Lorenzo Cappelletti, del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, padre Pietro Messa della Scuola Superiore Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, padre Luciano Bertazzo, direttore del Centro Studi Antoniani di Padova e don Claudio Bosi, direttore dell'Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici Diocesani di Terni-Narni-Amelia.

Riportiamo qui di seguito le conclusioni del contributo di Giuseppe Cassio, L’iconografia dei Santi Protomartiri Francescani.

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In occasione del 790° anniversario dal dies natalis dei Protomartiri Francescani – alla cui vista dei corpi martirizzati ebbe origine la vocazione francescana di sant’Antoniod i Padova – (1220-2010), la Diocesi di Terni-Narni-Amelia ha fatto richiesta alla Diocesi di Coimbra di alcune consistenti reliquie dei figli della sua terra, che sono state cortesemente concesse dal vescovo Albino Mamede Cleto. L’arrivo di questi sacri frammenti è stato accolto con vivo entusiasmo a Terni dal vescovo Vincenzo Paglia e successivamente dal clero, dai religiosi e dai laici dell’intero territorio diocesano. Prima di collocarle nella locale chiesa di Sant’Antonio di Padova dei Frati Minori le reliquie sono state chiuse in un reliquiario fatto eseguire appositamente dalla Provincia Serafica – in collaborazione con l’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici – ad Ulderico Pettorossi di Torgiano (Perugia) per essere poi portate in peregrinatio nelle principali località e conventi diocesani (Eremo di Sant’Urbano, Narni, Calvi dell’Umbria, Amelia, Lugnano in Teverina, Stroncone, San Gemini e il Monastero Clarisse “Ss. Annunziata” di Terni). L’occasione della deposizione definitiva delle reliquie nella chiesa di Sant’Antonio si è rivelata l’occasione propizia per elevare la stessa a Santuario Antoniano dei Protomartiri durante la solenne liturgia del 13 giugno 2010. All’interno della chiesa le reliquie sono state poi collocate sull’altare loro dedicato posto proprio di fronte a quello di sant’Antonio, sopra il quale è stata realizzata una nuova pala di grandi dimensioni commissionata a Piero Casentini (Roma, 1963).

Nel contesto di una chiesa ad alta frequenza di fedeli si è preferito propendere verso un’opera che celebrasse solennemente l’evento santuariale e il rientro delle reliquie dei Santi Protomartiri attraverso un’immagine “forte” nel contenuto e al contempo adatta ad inserirsi sobriamente nell’equilibrio cromatico presente all’interno grazie alle pareti in mattoncini e alle poche immagini pittoriche venerate, tra cui quella di Santa Rita che, spostata dalla sua sede per permettere l’istallazione della nuova pala, trova spazio poco oltre. Il contenuto gira tutto intorno alla tavola centrale che celebra la santità dei cinque frati proponendoli alla devozione nella loro minorità con i simboli dell’itineranza come il saio corto atto a facilitare il cammino e del martirio come la palma della gloria. Vista l’assenza plurisecolare del culto di questi santi si è scelto di far ruotare attorno alla loro immagine una serie di formelle che propongono alcune scene tratte dalla loro vita e cioè: San Francesco invia i missionarii in Marocco, la Predica a Marrakech, il Martirio, la Chiamata di Fernando a entrare nell’Ordine dei Minori ed infine, in basso, l’Apparizione dei cinque martiri al Miramolino. A livello iconologico ogni pannello richiama alcuni aspetti della vocazione cristiana come la Missionarietà, l’Annuncio, l’Offerta di sé, la Sequela e la Misericordia (concetto già affrontato nella miniatura del Graduale di Monaco), temi di straordinaria attualità particolarmente cari all’Ordine minoritico che vede in essi una strada privilegiata per conformarsi a Cristo come fece frate Francesco. Le braccia incrociate dei due proposte in alto non sono quindi solo un simbolo ma un invito ad interrogarsi sul senso della propria chiamata, affidandone l’intercessione a chi ha avuto il coraggio di annunciare Cristo senza vergogna fino all’effusione del sangue.

La pala dei Santi Protomartiri conferma ancora una volta l’abilità tecnica e la sensibilità intuitiva dell’artista, che interpreta i soggetti con la sua ormai contraddistinta sobrietà ed eleganza. La forma scelta, concentrata sulla tavola centrale affiancata da sei formelle a mo’ di croce, richiama da vicino le pale istoriate qui reinterpretate in chiave contemporanea in una sorta di revival medievale. La scelta del monocromo (che varia dal seppia grigio-marrone al terra di Siena) posato sul candore della superficie, seppur distanziato, si associa perfettamente al contesto architettonico animandone il laterizio sovrapposto che interrompe la propria ritmica corsa per dar respiro all’opera, che si apre come una finestra carica di luce dalla quale entra l’apparizione improvvisa e discreta dei cinque santi frati. E questo in virtù del fatto che proprio di fronte alla pala dei Protomartiri, ma sulla navata opposta, si trova l’altare di sant’Antonio di Padova, con il quale la nuova opera si specchia in una sorta di dialogo iconografico che rimarca perpetuamente lo stretto legame tra il Santo portoghese e i martiri umbri.


S. Antonio da Padova


[Il volume può essere prenotato presso l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Terni-Narni-Amelia (Piazza Duomo, 11 - 05100 Terni; tel. 0744-546563;  fax 0744-546562; e-mail: beni-culturali@libero.it; ufficiobeniculturali@diocesitna.it]


Vedi anche su wikipedia la scheda sul santuario di Sant'Antonio a Terni dove sono le reliquie dei Santi Protomartiri Francescani (CLICCA QUI)

Boston: avviata la causa di canonizzazione di un sacerdote dell'Opus Dei



Giuseppe Muzquiz
sacerdote dell'Opus Dei

BRAINTREE (Massachusetts), giovedì, 9 giugno 2011 (ZENIT.org).- L'Arcidiocesi statunitense di Boston ha avviato la causa di canonizzazione di padre Joseph Muzquiz, un sacerdote dell'Opus Dei che ha stabilito la prelatura personale negli Stati Uniti e ha lavorato per molti anni nell'area metropolitana di Boston.
Circa 150 persone, molte delle quali membri locali dell'Opus Dei, si sono riunite il 2 giugno nel centro pastorale dell'Arcidiocesi per l'apertura formale della causa di padre Muzquiz, riferisce la rivista arcidiocesana “The Pilot”.
“Tutti i cristiani sono chiamati ad essere santi, e siamo profondamente grati che l'Arcidiocesi di Boston stia intraprendendo questo sforzo per vedere se padre Joseph Muzquiz ha davvero vissuto una vita santa”, ha detto il portavoce dell'Opus Dei, Brian Finnerty.
Padre Muzquiz nacque in Spagna nel 1912 e nel 1941 venne ammesso nell'Opus Dei.
E' stato uno dei primi tre uomini ordinati sacerdoti per l'Opus Dei, e ha aiutato ad avviarla non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Giappone e Venezuela.
Negli anni Sessanta e Settanta ha lavorato in Europa e ha esercitato pressioni per la canonizzazione del fondatore dell'Opus Dei, San Josemaría Escrivá de Balaguer.
Tornato negli Stati Uniti nel 1981, vi è rimasto fino alla morte, avvenuta nel 1983.
L'evento del 2 giugno ha segnato l'inizio del primo stadio del processo di canonizzazione, che implicherà la raccolta di prove delle virtù cristiane eroiche. Se questa fase verrà completata con successo, la causa passerà alla Congregazione per le Cause dei Santi.
Padre David Cavanagh, sacerdote dell'Opus Dei e postulatore della causa di padre Muzquiz, ha affermato dopo la preghiera d'apertura che il sacerdote può essere considerato “una di quelle persone che hanno perseverato fino alla fine vivendo una vita di virtù eroiche sulla via della santità”.
Vari membri locali dell'Opus Dei presenti alla celebrazione hanno conosciuto padre Muzquiz, reagendo con favore all'avvio della sua causa.
John Coverdale, membro dell'Opus Dei da oltre 50 anni e autore di “Putting Down Roots: Father Joseph Muzquiz and the Growth of Opus Dei” (“Mettere radici: padre Joseph Muzquiz e la crescita dell'Opus Dei”), ha detto a “The Pilot” che il sacerdote era “una persona straordinariamente dedita che capiva chiaramente che Dio lo stava chiamando a fare qualcosa”.
“E' stato questo il punto centrale della sua vita”, ha aggiunto.