martedì 5 luglio 2011

MARTIR MIRIFICUS AMBROSIUS - Parte 2









IL MARTIRE AMBROGIO

Chi è martire Ambrogio centurione romano? È il patrono di Ferentino. Ligure di nascita, mentre era a Milano, conobbe il preside Publio Daciano, che lo iscrisse alla milizia e lo proclamò centurione della cavalleria. Giunto con l'esercito a Ferentino, per ordine di Diocleziano, Daciano cominciò una feroce persecuzione contro la comunità cristiana della città; ma grande fu il turbamento del Preside quando scoprì che Ambrogio il suo fidato centurione, era anche lui cristiano. Daciano tentò dapprima di convincerlo ad abiurare, ma quando si accorse dell'inutilità dei tentativi, sottopose Ambrogio ad un processo. Nessuna violenza piegò la fede del Centurione, che preferì morire piuttosto che tradire Cristo. Il martirio avvenne il 16 agosto dell'anno 304, nella località del Monticchio.
Il corpo del martire Ambrogio fu abbandonato dai carnefici, ma nottetempo i cristiani della comunità ferentinate lo recuperarono e gli diedero degna sepoltura. Il sepolcro di Ambrogio fu segretamente custodito fino alla pacificazione religiosa del 313, quando con l'editto di ;Milano Costantino concesse la libertà di culto al cristiani.

La memoria del martirio di Ambrogio, rimasta viva tra i ferentinati. Finalmente poté essere celebrata in piena libertà. Fu recuperato il corpo di Ambrogio e trasportato, come attesta la tradizione, nella chiesa di S. Agata dove rimase per alcuni secoli; fino a quando le scorrerie saracene non misero in pericolo la sicurezza del luogo. Per proteggere le reliquie del Santo, i ferentinati le trasportarono nella chiesa di S. Maria Maggiore, da dove nel 1108 furono prelevate per essere collocate in un tempio più degno: la nuova cattedrale, edificata sull'acropoli dal vescovo Agostino (1106-1113).
Le venerate spoglie furono riposte nella splendida cappella intitolata al martire Ambrogio, sita nella navata destra. La cappella fu abbellita da fregi cosmateschi ed era pavimentata con lastre di marmo. Un'elegante balaustra marmorea, opera di Paolo. marmorario romano, indicava con una sinuosa scrittura onciale il carattere sacro del luogo:

MARTIR MIRIFICUS IACET HIC AMBROSIUS INTUS
(qui dentro giace il mirabile martire Ambrogio)

L'iscrizione continua fornendo altre indicazioni. Il pontefice, sotto il quale avvenne la traslazione delle ossa di S. Ambrogio, fu Pasquale II (1099-1118), essendo vescovo (pastor pius) della chiesa ferentinate Agostino; la prima inventio (ritrovamento) delle ossa del Martire era avvenuta al tempo di Pasquale I (817-824). così come testimoniava l'atitentica conservata nell'urna funeraria, che l'altare gelosamente racchiudeva.
La cura della cappella di S. Ambrogio fu affidata, sicuramente dal XIII secolo, alla più antica confraternita ferentinate, quella dello Spirito Santo.
La comunità cristiana di Ferentino ab immemorabili riconobbe in S. Ambrogio il suo protettore. Come ci testimonia la tradizione il santo Patrono nell'829 salvò con un prodigio (tramutò migliaia di lumache in un esercito di armati) la città dalle scorribande dei saraceni; intervenne a scongiurare la distruzione di Ferentino al tempo di Enrico VI di Svevia (XII sec.), figlio di Federico Barbarossa; sostenne la resistenza che i ferentinati opposero ai fratelli Giovanni e Vello Caetani, conti di Fondi, che intendevano impadronirsi della città (XIV sec.); infine scampò Ferentino dal pericolo dei terremoti, che nel XVIII secolo si verificarono nel territorio.
La devozione a S. Ambrogio fu testimoniata non solo dall'edificazione della cappella a lui intitolata nella cattedrale, ma anche dall'intitolazione in S. Lucia, una delle chiese più antiche di Ferentino (XI sec.), di un altare al Martire. Quest'ultima cappella era affrescata con l'immagine del titolare attorniato da altri santi.
Nel territorio di Ferentino, nel castrum di Selvamolle, nel 1328 è documentata l'esistenza di una chiesa eretta in onore di S. Ambrogio, il cui beneficiato, don Andrea, abate di S. Giovanni Evangelista.
La devozione al santo Patrono fu così radicata nel ferentinati che ebbe suggello anche nel corpus statutario comunale. Tra le feste da rispettare e celebrare nel Comune era quella di S. Ambrogio nella ricorrenza del suo martirio, il 16 di agosto (anno 303 o 304 d.C.)
Nel 1397 Bonifacio IX volle premiare la devozione verso S. Ambrogio, concedendo l'indulgenza plenaria a chi facesse visita al sepolcro del Martire nei giorni 15 e 16 agosto di ogni anno.

Negli Statuti medievali, il cui codice più antico in nostro possesso risale alla metà del XV secolo. non si fa menzione della festa del 1° maggio in onore di S. Ambrogio. Nel calendimaggio si giocava ad candiculas. La "cristianizzazione" della festa ancora paganeggiante del 1° maggio e il suo riferimento esclusivo a S. Ambrogio si deve al vescovo Ennio Filonardi (1612-1644), in conseguenza dell'inventio (ritrovamento) delle reliquie del Martire, avvenuta il 27 aprile 1639.
Possediamo l'atto notarile, redatto dal notaio Giovanni Battista Pietroconte, che fu chiamato a presenziare al lavoro di indagine nell'altare della cappella di S. Ambrogio, sita in cattedrale.
Per tradizione si credeva che lì fossero conservate le reliquie del Martire ed il 27 aprile 1639, mercoledì, si volle appurare la loro reale esistenza. Tolta la mensa, questi videro che l'altare era cavo e nel suo interno conteneva tre urne. La prima di cristallo conteneva ossa e un foglio di carta: l'autentica. Una seconda urna era di porcellana e conteneva le insegne militari di Ambrogio; la terza teca, di piombo, conteneva altre ossa del martire.
Divulgata la notizia, si ebbe gran concorso di popolo in cattedrale, preceduto dalle Autorità comunali. Il vescovo Filonardi, arrivato nella cappella, intonò il Te Deun laudamus e indisse una solenne processione di ringraziamento per la domenica successiva, il 1° maggio.

Il suo corpo, ritrovato nella chiesa di S. Agata durante il pontificato di Pasquale 1 (817-24), fu trasferito nella chiesa di S. Maria Maggiore, entro le mura. Sotto l'altare centrale della Cattedrale di Ferentino, sono conservati in un'urna di cristallo del XVII secolo, i resti di S. Ambrogio martire patrono della città.

Una statua in argento ritrae il Santo nelle sue vesti di centurione romano. I festeggiamenti religiosi ricadono il 16 agosto ed il 1° di maggio quelli civili, in relazione al ritrovamento del corpo del Santo avvenuto nel 1639.

Nel 1641 si fece anche la domanda per avere sette giorni di fiera, dal 1° al 7 Maggio di ogni anno.

Si pensò subito anche ad una statua, ideata, però, come reliquiario, per contenere parte delle Sacre Ossa del Santo, come in realtà è stato fatto.

Essa fu commissionata al valente argentiere romano Fantino Taglietti nel 1640 e l'anno seguente la Civica Amministrazione poté già darla in consegna ai canonici della Cattedrale: infatti fu benedetta dal Vescovo Mons. Ennio Filonardi il 30 Aprile 1641.

I Ferentinesi vollero che la statua rappresentasse S. Ambrogio come era raffigurato nel quadro attribuito al Cavalier d'Arpino, che era nella Cappella a lui dedicata.

Per questo lo vediamo a cavallo, per dare il "segno del trionfo", della vittoria sulla morte subita e dell'ingresso nella gloria, così come venivano accolti a Roma i condottieri che tornavano da imprese vittoriose.

Rivestito, inoltre, della divisa di soldato romano, per far notare ancora meglio anche la sua fortezza nella fede come soldato di Cristo, in mano porta la palma, simbolo della vittoria raggiunta subendo il martirio, e con l'altra sostiene un " cartiglio " con l'emblema del Comune di Ferentino, per attestare la sua dignità di patrono della città.

Normalmente i " cartigli o cartelli " sono come dei nastri o fogli messi in mano alle statue, su cui sono riportate delle espressioni caratteristiche riferite al personaggio stesso.

La statua di S. Ambrogio che è situata sul Duomo di Milano ci mostra il Santo nel tipico atteggiamento del martire, mentre subisce la sua passione.

La sofferenza del soldato legato vi è delineata con intenso realismo dalla contorsione delle membra e del busto.

Non si sa, invece, che fine abbia fatto una statuina di S. Ambrogio, in metallo prezioso, con scritte e dediche, opera dell'artista Filippo Borgognoni, che la Comunità locale donò al papa Gregorio XVI, quando venne in visita a Ferentino il 3 Maggio del 1843.


BIBLIOGRAFIA E SITI
  • AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
  • AA. VV. (Sofia Boesh Gajano, Letizia Ermini Pani e Gioacchino Giammara) - I Santi Patroni del Lazio (Latina-Frosinone-Rieti-Viterbo) - Società Romana di Storia Patria, 2003-2007
  • C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
  • Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2011
  • Sito Web di cattedraleferentino.org
  • Sito Web di comune.ferentino.fr.it
  • Sito web di ferentino.org
  • Sito Web di menteantica.it

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