domenica 3 luglio 2011

"Imparate da me"

ECCE HOMO, Ostra Vetere, Chiesa San Francesco


XIV domenica del tempo per annum
3 luglio 2011

Dopo le grandi festività dell’anno liturgico di queste ultime due domeniche, successive al Tempo Pasquale, la SS. Trinità e la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, eccoci in una normale domenica del TEMPO PER ANNUM, cioè del tempo per ogni girono dell’uomo che vuole mettere Cristo come Speranza della vita.
Un tempo liturgico TINTO di VERDE (non perché è leghista… Dio ce ne liberi!), segno di vita e di speranza, per cui un tempo tinto della Speranza Cristiana, frutto della vittoria gloriosa di Cristo, la Pasqua!

Scrive a tal proposito l’Arcivescovo eletto di Milano, Cardinale Angelo Scola, nella sua lettera SALUTO A MILANO: “Gesù Risorto accompagna veramente il cristiano nella vita di ogni giorno e il Crocifisso è oggettivamente speranza affidabile per ogni uomo e ogni donna”.

Il Vangelo in XIV domenica del tempo per annum ci illumina con la grande lode di Gesù, il Figlio Unigenito, a Dio, il Padre Onnipotente: qui siamo richiamati a essere FIGLI nel FIGLIO Gesù Cristo.

A chiusura di questa lode c’è scritto: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11).

Gli domando, io per noi:
Perché imparare da te, Gesù?
Cosa dobbiamo imparare da te, Gesù?
Cosa ci serve imparare da te, Gesù?

Cerco nella Parola di Dio di questa domenica una risposta.
Perche? Perché “troverete ristoro per la vostra vita” e “vivrete”. Così il vangelo e l’Apostolo Paola rispondo alla nostra domanda.
Cosa? “Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino.. annuncerà la pace” (Zc 9)
Ma poi chi appartiene al Signore, scrive l’Apostolo Paolo, ha lo “Spirito di Cristo”.
C’è infatti un canto che così recita:

T.: Lo Spirito di Cristo
fa fiorire il deserto,
torna la vita.
Noi diventiamo testimoni di luce.

1 Non abbiamo ricevuto
uno spirito di schiavitù,
ma uno spirito di amore,
uno spirito di pace,
nel quale gridiamo:
abbà Padre, abbà Padre!

2 Lo Spirito che
Cristo risuscitò,
darà vita ai nostri corpi,
corpi mortali, e li renderà
strumenti di salvezza,
strumenti di salvezza.

Avere lo Spirito di Cristo vuole dire avere lo STILE di Cristo. Manifestare nella nostra umanità la divinità di Cristo: cioè la bellezza dell’umanità di Cristo.

Scrive ancora a tal proposito l’Arcivescovo eletto di Milano, Cardinale Angelo Scola, nella sua lettera SALUTO A MILANO: “Infatti, la ragion d’essere della Chiesa, popolo di Dio in cammino, è lasciar risplendere sul suo volto Gesù Cristo, Luce delle genti.”

Proprio per questo dobbiamo imparare di Cristo: per vivere e non morire. Infatti – scrive Paolo ai Romani – “se… mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”. Che vuole dire che dobbiamo diventare figli nel Figlio,e quando detto fin d’ora.

Anche S. Teresa d’Avila, ci viene in aiuto con il suo motto: “Moro perché non moro”. Cioè: se non muore il vecchio Adamo non può vivere in me il nuovo Adamo, Cristo.

Sia il tempo estivo, un tempo di grazia, in cui rinvigorire la fede e la propria adesione a Cristo, mettendo anche noi, come l’Apostolo Tommaso (oggi è 3 luglio), mettiamo gli occhi e le mani nelle sulle sue ferite per non essere increduli ma credenti. “Cristo è la via dell’uomo” (Benedetto XVI).

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