sabato 16 ottobre 2010

Longino, la santità sgorgata dal Cuore di Cristo


Santi Giovanni Battista e Longino (?)
Santuario del Beato Antonio
Amandola (FM)



Il Martirologio Romano, l’elenco ufficiale dei santi e beati venerati dalla Chiesa cattolica, in data 16 ottobre ricorda: “A Gerusalemme, commemorazione di san Longino, venerato come il soldato che aprì con la lancia il costato del Signore crocifisso”.

Longino, un santo, di cui i testi antichi hanno parlato tra: sinassari orientali, Vangeli, epistole dei Santi Padri, vangeli apocrifi e martirologi sia orientali che occidentali.

Queste fonti hanno dato vita a tre personaggi, in cui Longino viene identificato.

1) Un soldato che con un colpo di lancia squarciò il costato di Cristo sulla croce, il suo nome deriverebbe appunto dalla lancia;

“Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua”. (Gv 19, 34)

2) un centurione che era presente alla morte di Gesù e che commosso da ciò che vede, ne afferma la divinità, unica voce favorevole in un coro d’insulti e scherni;

“Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!»”. (Mt 27,54)

3) un centurione che comandava il picchetto di soldati messo a guardia del sepolcro del crocifisso che comunque secondo alcuni testi, sarebbero gli stessi che avevano presenziato alla crocifissione.

“Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: «I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo». E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi”. (Mt 28,11-15)



San Longino, Cebu (Filippine)


In Oriente, Longino è il centurione che riconobbe la divinità di Gesù e ne custodì il sepolcro; in Occidente, è il soldato del colpo di lancia, ma anche il centurione che afferma la divinità sotto la croce.
Dopo l’incontro con Cristo, nel momento della sua glorificazione, la Croce, “volgeranno lo sguarda a colui che hanno trafitto”, sia nella trazione orientale che occidentale Longino abbandona l’attività militare, viene istruito nella fede dagli apostoli e se ne va a Cesarea di Cappadocia (da dove forse, secondo alcuni racconti, era nativo) dove conduce una vita di santità, prodigandosi per la conversione dei gentili, ed infine subisce il martirio morendo decapitato.
La passio del martire è diversa a seconda delle due tradizioni succitate: in quella occidentale egli è un soldato isaurico (cioè dell'Isauria, regione nel sud della penisola anatolica), che viene arrestato e processato dal preside di Cesarea di Cappadocia, Ottavio che a sua volta si converte come pure il suo segretario Afrodisio che subisce anch’egli il martirio; in quella orientale egli è nativo di Cesarea, dove infatti si ritira in un possedimento paterno, poi sobillato dai giudei, Ponzio Pilato lo denuncia all’imperatore come disertore e lo fa uccidere da due sicari, la testa del martire viene portata a Gerusalemme e mostrata a Pilato e poi gettata nell’immondizia, in seguito viene recuperata da una vedova miracolosamente guarita dalla cecità.
Il primo testo letterario che parla di Longino è una lettera di s. Gregorio Nisseno (m. 394 ca.), definendolo l’evangelizzatore della Cappadocia come gli Apostoli, che singolarmente lo erano di altre regioni.

San Longino
con il Preziosissimo Sangue
e Sant'Andrea

Secondo una certa tradizione locale, la città di Mantova, lo ritiene evangelizzatore e donatore della reliquia del Preziosissimo Sangue di N.S. Gesù Cristo custodita nella Chiesa di Sant’Andrea, e suppone che il suo martirio sia avvenuto in loco.

Secondo questa tradizione, una chiesa denominata Santa Maria in Campo Santo sarebbe sorta qui già in età paleocristiana, presso il luogo dove avrebbero reso la suprema testimonianza San Longino ed altri martiri.

Nell’arte l'hanno raffigurato abbinandolo alla scena della crocifissione con lancia o senza lancia, con l’armatura o senza armatura (in virtù del fatto che aveva abbandonato l’esercito per vivere da “milite di Cristo”).


San Longino
Basilica di San Pietro
Città del Vaticano

L’opera più famosa è la grande statua del Bernini nella grande basilica di S. Pietro, alla base di uno dei quattro enormi piloni che sorreggono l’immensa cupola e che circondano lo spazio dell’altare con il baldacchino.

Un’opera sconosciuta e curiosa è invece una tavola custodita presso il santuario del beato Antonio in Amandola, che lo rappresenta nella classica sacra conversazione con San Giovanni Battista e la Madonna con Gesù Bambino. Nella scena il Battista, guardato fuori dall’opera, indica nel Santo Bambino l’Agnello di Dio: “Ecce Agnus Dei”, come recita il cartiglio nella mano. L’altro personaggio invece, riconducibile a San Longino, vestendo non sa soldato, ha in mano la lancia e ha due simboli curiosi: il libro, simbolo della sua evangelizzazione della Cappadocia (forse anche Mantova?) e un cuore. Il cuore però è in realtà un Cuore di Cristo (il Sacro Cuore di Gesù), che è segnato dalla ferita della lancia e il santo indica con la mano mostrandolo al Santo Bambino che egli sta mirando. Per cui tutta l’opera torna all’essenza del cartiglio del Battista. Quel cuore è il Cuore di Cristo, il cuore dell’Agnello di Dio che ha tanto amato gli uomini e che Longino racconterà, lui che lo aveva contemplato, nella sua evangelizzazione.

“Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!»”. (Mt 15,19)