lunedì 16 agosto 2010

San Rocco il Pellegrino




Processione a San Sostene (CZ), anno 2008

16 AGOSTO
PREGHIERA
(da un santino antico, Archivio storico Comune di Carpi, MO)

Ave o santissimo Rocco, / nato da nobile sangue, / segnato dall' impronta della Croce /nel tuo fianco sinistro. / O Rocco, viaggiando in un paese straniero/ toccando le malattie pestilenziali, / sani miracolosamente gli ammalati, / col tocco che reca salute. / Salute, o angelico Rocco, / invocato col soffio della voce, / hai ottenuto, o mandato da Dio, / di cacciare da tutti la peste.

V. Prega per noi, Beato Padre Rocco.
R. Affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo
Onnipotente e misericordioso Dio, che per i meriti e le preghiere del Beatissimo Rocco tuo confessore hai tenuto lontano, per favorir(ci), più di una peste universale degli Uomini: garantisci ai tuoi supplici affinché quelli che per allontanare una simile peste ricorrono alla tua fiducia, con la preghiera dello stesso glorioso Confessore, siano liberati da questa stessa malattia, e da ogni perturbazione. Per nostro Signore


Per approfondire sul vita del Santo pellegrino vedi nel blog (CLICCA QUI)

domenica 15 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (9)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO


San Sostene (CZ)

15 agosto
PREGHIERA A SAN ROCCO (Ceprano, FR)
O San Rocco, amabile Comprotettore che da oltre sei secoli diffondi la luce della tua santità, e che da tempo immemorabile proteggi la città di Ceprano, accetta il doveroso ringraziamento di noi tuoi devoti, ed esaudisci le nostre invocazioni:
O San Rocco, che durante il tuo terreno pellegrinare amasti sommamente Dio e il prossimo, specialmente gli afflitti e gli infermi, e che ora sei glorioso in cielo e taumaturgo sulla terra, continua ad intercedere per noi presso il trono di Dio.

Ottienici che la devozione verso di te, o San Rocco, non si limiti al culto esteriore ed alla richiesta di grazie nelle tristi circostanze della vita, ma consista soprattutto nell'imitare la tua carità, nell'amare cioè il prossimo e nell'evitare il peccato, vera peste delle anime.

O san Rocco, che il tuo nome risuoni sempre in benedizione e lode sulle labbra di tutti; esso ravvivi in noi la dolce speranza di raggiungerti un giorno nella Patria beata. Amen.

sabato 14 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (8)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO
 
 
 
 



14 agosto
PREGHIERA A SAN ROCCO (Mezzagrogna, CH)
O glorioso San Rocco, fosti chiamato da Dio
a percorrere la strada difficile ma gloriosa della santità,
accettando l'invito del Vangelo e facendoti umile samaritano
per amore di Cristo.
Il tuo cammino tra noi, o dolce pellegrino della Carità',
non e' terminato con il tuo ingresso
nella schiera dei beati.
Tu stesso, o San Rocco, per essere! sempre vicino,
chiedesti a Dio la grazia di guarire in corpo e spirito
tutti coloro che ti avrebbero invocato nel nome di Gesù'.
Dalla patria celeste, o nostro Patrono,
Tu vedi i tormenti del nostro corpo e del nostro spirito,
liberaci, o San Rocco da ogni violenza, malattia e guerra,
segnaci ancora con il segno di croce
con la quale sanavi e portavi gli uomini a Dio.
Insegnaci ad amare la Vergine Maria come l'amasti Tu mirabilmente.
Aiutaci a camminare nella gioia della fede
e nella rinnovata speranza,
perché venerando te
vogliamo essere immagine vivente e trasparente
di Cristo Risorto.
Amen

venerdì 13 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (7)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO



Chiesa di località S. Rocco
Monza

13 agosto
PREGHIERA A SAN ROCCO
Glorioso san Rocco
che morendo hai chiesto al Signore
il singolare privilegio
di vedere esaudite le preghiere
di coloro che si rivolgono a te,
volgi il tuo sguardo su di noi
che siamo piagati nell’anima e nel corpo,
concedici la guarigione fisica e spirituale,
allontana dal nostro Paese
ogni forma di contagio,
liberaci dal nostro egoismo
perché liberi dai beni terreni,
sul tuo esempio possiamo metterli
a servizio dei poveri
ed essere annoverati tra gli amici di Dio.
Te lo chiediamo Per Cristo nostro Signore
Amen.

giovedì 12 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (6)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO



Gagliato (CZ)


12 agosto
PREGHIERA A SAN ROCCO
Signore nostro Dio, ti benediciamo per averci dato San Rocco di Montpellier.
La sua testimonianza ci incoraggia a fare il grande pellegrinaggio della vita con Te.
Alla sua epoca egli ha saputo abbandonare le sue ricchezze ed onori per vivere il Tuo
Evangelo.
Egli ci invita a seguire il Signore Gesù nella via dell’umiltà, della condivisione,
dell’attenzione ai malati ed agli emarginati di oggi.
Per sua intercessione donaci la salute dello spirito e del corpo, per imitarlo e servirTi nei
poveri, nostri fratelli.
San Rocco: prega Dio per noi! Amen.

mercoledì 11 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (5)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO


 
Stalettì (CZ)


11 agosto
Preghiera (Santuario di S. Rocco a Butera - CL)
O bellezza celestiale
della Chiesa Universale
Santo eccelso, glorioso
Nei portenti strepitoso
Di sublime santità
Fuoco, tutto carità
Vaga gioia di Dio figlio
Candidezza, bianco giglio
Noi prostrati poverelli
Peccatori e mescinelli
Deh! Riguarda con premura
Ogni afflitta creatura...
Tu che sei confidente
Con Gesù tutto Clemente
Tu che stai a Lui vicino
Nostro eccelso serafino
Deh! proteggi i tuoi figli
Dai flagelli e dai perigli
Ed esenta questa terra
Dalla peste, fame e guerra
O gran Santo, per pietate
Tu di Dio l'ira ci placa
Noi così per te speriamo
Rammendandogli che siamo
Tutti figli dell'errore
O Glorioso Protettore
Deh! rivolgi all'alto trono
Le preghiere, a ciò perdono
Ci ottenga dal peccato,
Delle colpe, del reato.
Perché avessimo la sorte
Al momento della morte
Di volare con sorriso
A Gesù nel paradiso
Invocando in tutte l'ore
Te gran Santo Protettore.
Cresciuto negli anni
Gli averi dispensa
Ai miseri pensa
Li porta a Gesù.
O Santo Patrono
Cantiamo Tue lodi
Tua vita esemplare
Ci guidi a Gesù.

martedì 10 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (4)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO



Santuario di Monte Altino (Bergamo)


10 agosto
Inno a San Rocco (Villa S. Stefano - FR)
RIT: Oh S. Rocco protettor,
Dei ci salvi dai malor
Oh S. Rocco protettor,
Dei ci salvi dai malor

San Rocco Tu che ai popoli
Dai conforto ed aiuto
Ad impetrar tue grazie
Noi tutti sian venuti.

Se chiaro fu il tuo nascere
I rari tuoi portenti
Ti fecero risplendere
Maggiore tra i viventi.

Di Francia Tu in Italia
Pellegrino ne venivi
Son grandi e inarrabili
Le pene che soffrivi.

Ricco di Spirito Angelico
In mezzo a tanti mali
Correvi i mali a togliere
Ai paesi ed ai spedali.

Ti colse il mal pestifero
In mezzo alle foreste
Tu pur soffristi a strazio
II male della peste.

lunedì 9 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (3)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO


San Sostene (CZ)


9 agosto
A SAN ROCCO (Card. Angelo Comastri)
O San Rocco, tu hai mirabilmente vissuto il comandamento nuovo che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli; tu hai amato i fratelli fino al dono di te stesso e sei diventato immagine viva di Gesù, che ha piantato la Croce dell’Amore Divino nei solchi dell’odio e dell’egoismo umano.
Tu ci ricordi che la carità è indispensabile per essere veramente cristiani perché, al termine della vita , saremo giudicati sulla carità.

Prega per noi, o san Rocco, discepolo fedele del Signore! Prega perché finisca l’indifferenza che chiude i cuori e ci rende estranei gli uni agli altri. Prega perché noi cristiani diventiamo sempre di più lievito di misericordia, invito al dono della vita, esempio di attenzione e di gioioso servizio ai piccoli, agli ultimi, agli ammalati, agli emarginati.

Prega per noi, o san Rocco, apostolo della carità! Prega perché la nostra fede sia limpida e coerente; prega perché ogni nostro giorno si trasformi in bontà vissuta e prepari la festa dei figli di Dio, completamente risorti con Gesù nello spirito dell’Amore.
Amen.

domenica 8 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (2)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO

Cascina Torretta - Macherio (MB)

8 agosto
PREGHIERA POPOLARE DIALETTALE (San Sostene – CZ)
O Santu Rocco
si chinu di grazia cu li devoti toi,
succurri a tutti;
e stu borduni
chi alli mani porti
per benefici e per bona fortuna.
Lasciasti li ricchezze
e li tesori,
lasciasti puru li cari genitori;
lu cagnolino chi ti fu fedili
sino alli boschi ti vinna a trovari;
a menzughiorno quandu venia l’ura
lu pani della tavula pigghiava;
lu soi patruni si misa ad ‘duno;
facitili la spia allu mio cane,
partiti cavalieri e servituri
mo fanno la guardia allu soi cane;
poi ghiru tra li boschi
e lu trovaru
chi facia orazioni indinocchioni.
E dora chi li sapiti li mei peni
iati raccumandatimi aru Signuri.

sabato 7 agosto 2010

NOVE PREGHIERE PER NOVE GIORNI (1)

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO



Chiesa di località Spinetto
Serra San Bruno (CZ)

7 agosto
INNO A SAN ROCCO (San Sostene –  CZ)
Guarda, oh Rocco, la tua gente
che devota ai piè ti cade
un balen di tua bontade
fa che scenda in me dal Ciel.

Quando Dio nell’ira sua
ne minaccia morbo e morte
deh! tu stendi il braccio forte
sul tuo popolo fedel.

E Gesù che tanto amasti
per tuo amore perdon ne dia
benedetto sempre sia
quel gran Dio che ti creò.

A te giunga la preghiera
come canto di speranza
tu trasformala in esultanza
con la pace del Signore.

Nel conflitto della vita
sii la forza, sii la luce,
sii la via che conduce
verso il Sol dell’Amore.

E allor quando l’alba eterna
splenderà con vittoria
canteremo nella gloria
il bel cantico immortale.
 

San Donato... una reliquia presa nelle catacombe di Roma, ma è di Arezzo!




San Donato Patrono della città di Arezzo... e di Biccari

Ecco cosa si legge in un sito su Biccari e suo Patrono:

"Donato era originario di Nicomedia (oggi Ismit o Kocael in Turchia) residenza dei vari imperatori romani del tempo. La storia afferma che in tenera età, Donato venne portato a Roma dove fu educato e fatto chierico per mezzo del Sacerdote Pimenio. Durante gli studi, conosce il suo compagno Giulio Costanzo Giuliano, fratello dell'imperatore Costantino. Pier Damiani commenta così quell'amicizia: "Ecco che nel campo del Signore crescano insieme due virgoluti, ma uno diverrà cedro del paradiso, l'altro carbone per le fiamme eterne". Infatti, Giulio, dopo essere stato fatto imperatore nel 354 d.C., rinnega la sua fede e accusa tutti i cristiani di essere la causa della decadenza dell'impero romano. Giulio chiede la restituzione di tutti i beni che il fratello Costantino aveva elargito alla popolazione cristiana e, riaprendo i templi pagani, avvia la persecuzione contro i cristiani. Con la persecuzione Donato è costretto a scappare da Roma rifugiandosi nella città di Arezzo, dove venne accolto dal monaco Ilariano. Donato viene subito avviato alla vita della preghiera, della penitenza facendo da portavoce della Chiesa in mezzo al popolo di Arezzo. Tra di esso compie svariate conversioni e svariati prodigi, come quello di far riacquistare la vista ad una cieca di nome Siriana oppure quella di liberare dal demonio il figlio del Prefetto della città. Un fatto importante si verifica quando un esattore delle tasse affida il suo denaro alla moglie per custodirlo, ma quest'ultima, di nome Eufrosina, dopo aver nascosto il denaro, muore e l'esattore non riesce più a trovare la somma nascosta. Donato interviene nel riportare alla luce la moglie e recuperare il denaro smarrito. Viene nominato sacerdote dal Vescovo Satiro e, alla sua morte, viene nominato, dal Papa Giulio I, Vescovo di Arezzo. Nel suo operato di Vescovo si incontrano molti avvenimenti importanti, come la conversione di molti pagani delle campagne, i nuovi prodigi e la sua popolarità tra la gente della città di Arezzo. Durante una celebrazione eucaristica, nel momento della Comunione, irrompe nella Chiesa un gruppo di pagani che getta a terra il calice che conteneva il vino sacro distribuito dal diacono Antimo, mandandolo in mille pezzi. Nella Chiesa c'è un'aria di sconvolgimento generale. Donato, dopo un intensa preghiera, si inginocchia, raccoglie tutti i pezzi del calice, e lo ricostruisce. Purtroppo il calice era privo di un notevole pezzo sul fondo della coppa, ma continuava a svolgere la sua funzione di raccoglitore del sangue di Cristo. Per questo avvenimento, si convertirono alla Chiesa ben 79 pagani. Il governatore della città di Arezzo, ordina l'arresto di Donato e del suo monaco-maestro, Ilariano. Il giorno seguente, Quadraziano, cerca di far rinnegare la fede in Cristo a Donato, ma egli non accetta e viene ripetutamente percosso con delle pietre al volto. In questo momento di dolore e sofferenza, Donato rivolge delle parole al Signore: "Tu Scis, Jesu Christe Domine, quia hoc semper optavi, pati et mori pro Te" - "Voi sapete, o mio Signore Gesu Cristo, che nessuna altra cosa ho io più desiderata sulla Terra che patire e morire per voi". Un mese dopo questo evento, Quadraziano fa giustiziare i due religiosi; il monaco Ilariano nella città di Ostia il 16 luglio, mentre il Vescovo di Arezzo, viene giustiziato con la decapitazione, il 7 agosto del 362 d.C. all'età di 30 anni circa. Donato venne riposto in un feretro fuori dalle mura della città. Solo al termine della Cattedrale di Arezzo, iniziata nel 1278 e terminata solo nel 1510, il feretro di Donato venne posto nell'arcata trecentesca realizzata da Giovanni Fetti, aretino, e Betto di Francesco, fiorentino. Prima di essere depositato nella Cattedrale, il feretro venne custodito nella cappella fatta costruire in suo onore dal Vescovo successore di Donato, Gelasio. Quando ci fu la sua seconda traslazione in Cattedrale, avvenne una solenne cerimonia in sintonia con la maestosità della nuova struttura cristiana. Un documento dell'epoca riporta questi scritti: "Nell'ora più avanzata della notte entrarono nella Cattedrale i Prelati e, scesi nel sepolcro del santo e levato la sovrapposta lapide, lo trovarono vestito degli abiti pontificali, secondo il rito cattolico, e giacente su di una pietra ove erano incise queste parole: questo è Donato Vescovo e Martire di Cristo. Teneva la sacra testa fra le mani sul petto ed al suo fianco la patena di vetro di cui era solito servirsene nel Sacrificio della Messa e che fu da lui miracolosamente restituito alla forma primitiva e conservato a perpetua memoria di lui, dai suoi accessori". I giorni seguenti un grande pellegrinaggio verso la Cattedrale interessa la città. La gente comune arrivava da tutta la Toscana per far visita alle reliquie del Santo Vescovo della città di Arezzo. I pellegrini aumentarono la loro intensità quando, in Toscana, i prodigi in suo nome, divennero numerosi e consistenti, al punto che molta gente si convertì al Cristianesimo. Da quei giorni sono passati ormai quasi 1000 anni, ma il 7 agosto di ogni anno, la città di Arezzo, si raccoglie nella solenne Cattedrale per rievocare la memoria del Santo Patrono Donato. Il giorno del 7 agosto è un giorno solenne e di devozione. I negozi si chiudono, le attività si interrompono e le celebrazioni in cattedrale si fanno più solenni. Alla sera, in memoria di San Donato, viene effettuato lo spettacolo pirotecnico più importante e solenne di tutto l'anno".

E fino a qui ci siamo.. ma poi?

"La storia del santo patrono di Biccari risale al 1527 quando un Biccarese trovandosi al sacco di Roma, entrò nelle catacombe e fra le ossa dei santi martiri, prese l’osso del braccio di S. Donato vescovo d’Arezzo. Al suo arrivo a Biccari, fu chiesto il possesso delle reliquie al papa".

Qui siamo al ridicolo! Un reliquia delle catacombe può essere mai una reliquia del martire di Arezzo?

A voi il giudizio!