domenica 14 gennaio 2024

SANTITÀ IN CASA D’ASBURGO

 


Quando ho scoperto, acquistato e ottenuto il santino della Venerabile Maddalena d’Asburgo, mi sono domandato se esiste una fama di santità in questa famosa famiglia europea.

Ho cercato sul web e con vari fonti ho trovato quanto segue.

 

Anna d'Asburgo, 14 dicembre

Anna del Tirolo (Innsbruck, 4 ottobre 1585 – Vienna, 15 dicembre 1618), figlia dell'arciduca d'Austria-Tirolo Ferdinando II e della sua seconda moglie Anna Caterina Gonzaga, è stata imperatrice del Sacro Romano Impero, regina di Germania, d'Ungheria e di Boemia come moglie di Mattia d'Asburgo. Fu la responsabile dello spostamento della corte Imperiale da Praga a Vienna, che divenne uno dei centri della cultura europea. Sostenitrice della Controriforma, ebbe una grande influenza su suo marito, con il quale fondò la Cripta Imperiale, che divenne il luogo di sepoltura della dinastia degli Asburgo. L'undicesimo volume del “Leggendario Francescano”, che riporta “Istorie de Santi, Beati, Venerabili, ed altro Uomini illustri, che fiorirono nei tre Ordini del Serafico Padre San Francesco”, pubblicato a Venezia nel 1722 a firma del padre F. Benedetto Mazzara, minore riformato, non manca di ricordare l'imperatrice Anna, che vestì l'abito dei Penitenti Frncescani e ne professò la Regola. Il Menologio Francescano la ricorda il 14 dicembre.

 

Beato Carlo I d’Asburgo, 21 ottobre

Karl Franz Josef von Habsburg-Lothringen, figlio primogenito dell'arciduca Ottone d'Austria, nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma, dalla quale ebbe otto figli. “Sub tuum presidium” venne inciso sulle loro fedi nuziali. Carlo divenne erede al trono in seguito all'assassinio nel 1914 dello zio Francesco Ferdinando. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, gli succedette automaticamente quale Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria: era il 21 novembre 1916. Fece per l’occasione questo proposito: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”. Questo compito fu concepito dal giovane Carlo quale via per seguire Cristo e farsi santo, nell'amore per i popoli a lui affidati, nella cura del loro bene e nel dono della sua vita per loro. Sostenette la posizione del Papa Benedetto XV contrario all’ “inutile strage”. In seguito alla sconfitta nella prima guerra mondiale volle presenziare al solenne Te Deum alla vigilia del capodanno 1919. Gli chiesero perché volesse ringraziare il Signore nell'anno in cui perse tutto ed egli rispose: “l’importante è che i popoli abbiano ritrovato la pace” e per questo occorreva ringraziare Dio. Fu poi esiliato con la sua famiglia nell’isola portoghese di Madeira. La sua salute andò peggiorando. Zita raccolse una per una le ultime parole del suo sposo: “Ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto”. “Io devo ancora soffrire tanto affinché i miei popoli si ritrovino ancora tra loro”. Il giorno della sua morte Carlo volle avere vicino il figlio Otto: “Desidero che veda come muore un cattolico”. Il sacerdote espose l'Eucaristia nella stanzetta e Carlo esclamò: “Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu”. Nel proclamare Beato l’ultimo imperatore, il 3 ottobre 2004, Giovanni Paolo II disse che questi doveva rappresentare “un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”. La sua memoria liturgica è celebrata il 21 ottobre nell’anniversario del matrimonio con la Serva di Dio Zita.

 

Carlo V d’Asburgo, + 21 settembre

Nell’estate del 1556 intraprende l’ultimo viaggio, alla volta del monastero di San Jéronimo di Yuste, in Estremadura, dove aspetterà la fine, confortato dall’amicizia di san Francesco Borgia (1510-1572), terzo generale della Compagnia di Gesù. Muore all’alba del 21 settembre 1558, stringendo fra le mani il crocifisso, al termine di un’esistenza vissuta – secondo lo storico inglese Martyn Rady – da “crociato, scudo della chiesa universale, e monarca universale”.

 

Elena d'Asburgo, + 12 marzo

Figlia di Ferdinando d'Asburgo (futuro imperatore Ferdinando I) e di Anna Jagellone, figlia del re di Boemia e Ungheria. Assieme alle sorelle Maddalena e Margherita fondò il convento per nobildonne di Hall, la cui costruzione venne avviata nel 1567 e completata due anni dopo. Margherita non poté vedere la fine dell'opera poiché morì il 12 marzo 1567. Le altre due arciduchesse entrarono nel 1568 con altre sei candidate nel nuovo convento, la cui guida fu assunta da Maddalena. Elena vi rimase fino alla morte, avvenuta a quarantuno anni di età. È sepolta nella chiesa del monastero.

 

Elisabetta d'Asburgo, + 22 gennaio

Elisabetta respinse anche varie offerte di matrimonio, fra cui anche una dello zio, Filippo II, e rimase vedova fino alla morte, avvenuta il 22 gennaio 1592 per una pleurite, in odore di santità.

Venne sepolta dapprima nel convento da lei fondato, ma, quando nel 1782 questo venne chiuso e la chiesa di S. Elisabetta entrò a far parte della chiesa evangelico-luterana di Vienna, le sue ossa vennero traslate nello Stephansdom.

L'undicesimo volume del “Leggendario Francescano”, che riporta “Istorie de Santi, Beati, Venerabili, ed altro Uomini illustri, che fiorirono nei tre Ordini istituiti dal serafico padre San Francesco”, pubblicato a Venezia nel 1722 a firma del padre F. Benedetto Mazzara, minore riformato, non manca di ricordare la regina Elisabetta d'Asburgo in quanto terziaria francescana.

 

Giovanna d'Asburgo (Matteo Sánchez), “gesuita nel cuore”, + 7 settembre

Giovanna, rimasta vedova, pensò di prendere i voti come francescana, che era ciò che ci si aspettava all’epoca da una vedova che non aveva intenzione di risposarsi, ma era più interessata alla Compagnia di Gesù di Ignazio di Loyola, per cui intavolò un buon rapporto con uno dei suoi membri, san Francesco de Borgia.

L’ordine non aveva mai accettato delle donne, ma la sua insistenza fu tale (e probabilmente influì anche il suo rango) che riuscì a formulare i voti in segreto assumendo uno pseudonimo maschile, Matteo Sánchez.

La sua fede si intensificò, e visto che pubblicamente non poteva far parte dei Gesuiti in modo ufficiale nel 1557 fondò il Convento de las Descalzas Reales, un luogo abitato dalle Clarisse in cui si ritirò due anni dopo e da dove sostenne il fratello e continuò a collaborare all’educazione dei nipoti e delle nipoti.

Il 7 settembre 1573 Giovanna d’Austria morì a causa di un tumore e venne sepolta nel convento che aveva fondato.

 

Venerabile Maddalena d’Asburgo, 10 settembre

Nacque il 14 agosto 1532 ad Innsbruck dall’imperatore Ferdinando I e da Anna, figlia di Luigi II d’Ungheria. Il connubio reale fu benedetto dalla nascita di quindici figli, fra i quali Margherita (m. 1566), Maddalena ed Elena si distinsero per pietà e virtù. Nel 1547 perdettero la madre e l’educazione delle tre principessefu affidata alla contessa di Thurn, moglie di Vito di Thurn, donna di rara intelligenza e di vera, solida virtù. Il padre dapprima aveva pensato diverse combinazioni matrimoniali a carattere politico per Maddalena, ma tutti i suoi piani andarono a vuoto. Inclini fin dalla prima giovinezza alla pietà e alla vita ritirata, le tre sorelle fecero, con il permesso del padre, voto di castità perpetua, Margherita nel 1563, Maddalena ed Elena nel 1564.

Morta Margherita, Maddalena ed Elena, insieme ad altre dieci giovani che si erano loro unite, diedero origine nel 1569 ad una fondazione femminile. Il loro fratello, arciduca Ferdinando II, principe del Tirolo, fece adattare per loro la Munze di Hall, dove decisero di condurre vita religiosa in comune, senza però costruire un vero monastero. Maddalena volle affidare la direzione spirituale della sua fondazione all’Ordine dei Gesuiti, ma trovò grande resistenza da parte del generale s. Francesco Borgia. Per tre anni si svolse una intensa corrispondenza a questo riguardo tra Innsbruck e Roma e alla fine il principe del Tirolo e sua sorella Maddalena riuscirono nel loro intento; Maddalena allora scrisse gli statuti della fondazione regia (“Parthenon regium”) assistita e consigliata da s. Pietro Canisio, che si trasferì più volte a questo scopo da Friburgo in Svizzera, a Innsbruck. Questi statuti riflettono una forte dipendenza dalle costituzioni della Compagnia di Gesù.

Maddalena fece costruire una chiesa ed un collegio per i Gesuiti, che con la predicazione e l’insegnamento si dedicavano alla formazione religiosa del popolo. A lei bisogna riconoscere innanzi tutto una intensa attività riformatrice che si associò a quella del fratello, il principe Ferdinando II: non si stancò mai di contribuire alla lotta contro il luteranesimo nelle città, e gli anabattisti nelle campagne. Fu in realtà un lavoro immane quello compiuto dalle forze sane della controriforma per trasformare il crudele Tirolo del sec. XVI, nel successivo “heiliges Land” (= santa terra). In questa lotta Maddalena tenne una posizione intermedia; dette particolare impulso al rinnovamento religioso del Tirolo con la preghiera e il raccoglimento interiore suo e delle campagne, e inoltre affrontò, anche pubblicamente e direttamente, le questioni religiose.

Non fu comunque soltanto molto attiva sul piano della riforma, ma anche nella vita privata: come superiora della casa dette uno splendido esempio di intima riforma di vita. Delle quindici ore in cui era divisa la giornata nella Regola, sei erano consacrate alla preghiera e alla meditazione e le restanti al lavoro e alla ricreazione.

Nella sua casa entrarono numerose giovani e vedove, in parte provenienti dalle famiglie nobili tirolesi più in vista. Le principesse Gonzaga fondarono a Castiglione una casa ad imitazione della fondazione di Hall. Anche a Monaco di Baviera nacque una fondazione simile. Sua sorella Elena morì nel 1574 e Maddalena la seguì nel 1590, dopo una breve malattia.

Il suo spirito rimase vivo nella fondazione fino ai tempi moderni per cui così può scrivere lo storico diocesano Tinkhauser: “Non si conosce nessun periodo in cui sia venuta meno l’osservanza della disciplina nella fondazione o in cui ne sia diminuito lo zelo e l’attività caritatevole”. Nonostante questo la fondazione dovette sottostare alle vicissitudini dei tempi: la persecuzione dei monasteri provocata dall’imperatore Giuseppe la distrusse nel 1783.

Maddalena, ancora in vita, fu ritenuta santa. Questa fama continuò anche dopo la sua morte, come è dimostrato dal grande numero di preghiere che nel sec. XVIII si recitavano in suo onore. Dopo i processi diocesani, il 23 agosto 1905, fu emesso il decreto di introduzione del processo apostolico. L’arciduca Francesco Ferdinando riacquistò poco prima di essere assassinato nel 1914, la chiesa sconsacrata del monastero insieme ai contigui edifici e ne fece intera donazione alle Figlie del Sacro Cuore, chiamate dal Belgio. Le spoglie di Maddalena sono state collocate nel 1935 nella parete orientale della chiesa del monastero elevato a basilica.

Traduzione dal santino:

La Venerabile Serva di Dio Maddalena, arciduchessa d'Austria

Fondatrice dell'ex convento reale delle dame a Hall in Tirolo

nata il 14 agosto 1532 a Innsbruck, battezzata il 10 settembre 1590 a Hall in Tirolo.

Preghiera*

per ottenere presto la beatificazione della Venerabile Serva di Dio, la Duchessa Maddalena d'Austria

Divino sovrano federale del Tirolo, un tempo, nell'amore del tuo santissimo cuore, attraverso la partecipazione della tua fedele serva Maddalena della Casa d'Asburgo, hai preservato incolume l'unità e la purezza della fede in questa terra, ma in seguito hai unito i nostri padri nell'eroica lotta per la loro fede, conducendoli a gloriose vittorie di fedeltà per la casa imperiale degli avi; ti chiediamo dal profondo del cuore di far sì che noi, insieme alla tanto provata casa imperiale, vedremo presto il giorno della beatificazione della tua fedele serva, per il tuo maggiore onore e per la nostra più dolce consolazione e santa gioia, affinché il Tirolo e la nostra amata patria austriaca confidino fermamente in questo nuovo patto di protezione celeste e, per sua intercessione, rimangano inseparabilmente uniti in tutte le turbolenze presenti e future con l'unica Santa Chiesa benedetta e nell'unità delle genti con la fedele Casa d'Asburgo. Amen.

 

Con l'autorizzazione del Reverendissimo Principe Vescovo di Bressanone.

(*) Lo stesso vale per le diocesi tirolesi.

Stampato da B. Kühlen, M. Gladbach.

  

Margherita d'Asburgo, 12 marzo

Figlia di Ferdinando d'Asburgo (futuro imperatore Ferdinando I) e di Anna Jagellone, figlia del re di Boemia e Ungheria. Assieme alle sorelle Maddalena ed Elena fondò il convento per nobildonne di Hall, la cui costruzione venne avviata nel 1567 e completata due anni dopo. Margherita non poté però vedere la fine dell'opera, perché morì nel 1567, a soli trentuno anni. È sepolta, assieme alle due sorelle monache, nella chiesa dei gesuiti di Hall.

 

Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, + 20 gennaio

Nel 1849, dopo l'abdicazione del suocero, Maria Adelaide divenne regina di Sardegna. Gentile e premurosa, adempì sempre con scrupolo ai doveri di sovrana. Il marito però, pur stimandola, la tradì ripetutamente, in particolare con Rosa Vercellana che poi, rimasto vedovo, sposò morganaticamente. Mite e remissiva, Maria Adelaide soffrì in silenzio. Sostenuta da una fede profonda, si dedicò all'educazione dei figli alle opere di carità. Le continue gravidanze ne minarono in pochi anni il fisico. L'8 gennaio 1855 diede alla luce un figlio ch'ebbe poi pochi mesi di vita. Era stata la sua ottava, tormentata, gravidanza. Qualche mese prima era morto, a tre anni, un altro figlio. Rimase febbricitante, il suo volto pallido e smunto. Un'improvvisa e violenta gastroenterite la colpì - era il 16 gennaio – mentre in carrozza rientrava a palazzo dopo aver assistito al funerale della suocera che per lei era stata quasi una madre. Morì, assistita dal marito, il 20 gennaio 1855. Il funerale fu celebrato nella Chiesa di San Lorenzo, fu poi sepolta nella Basilica di Superga.

Devotissima della Vergine Consolata frequentò con assiduità il suo santuario, dove le si dedicò il monumento già citato, opera di Vincenzo Vela, che la raffigura inginocchiata, al fianco della suocera con la quale si era sforzata di temperare la politica anticlericale del governo sabaudo. Scrisse di lei Costanza d'Azeglio: "Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza, e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l'animo". Nel 1895 le fu dedicato l'Istituto dei Rachitici di Torino, poi trasformato in ospedale.

 

Maria Antonietta d'Asburgo

L’epiteto di martire, che Pio VI attribuì a Luigi XVI, con l’allocuzione Quare lacrymae del 17 giugno 1793, fu esteso alla Regina più controversa e calunniata, ma anche più amata, e persino venerata, della storia.

 

Maria Teresa d'Asburgo-Lorena, + 12 gennaio

Vincenzo Vela scolpì a ricordo suo e della nuora un artistico monumento in marmo di Carrara che le raffigura inginocchiate, in preghiera, nel santuario torinese della Consolata, da loro assiduamente frequentato.

 

Serva di Dio Suor Margherita della Croce (Margherita d'Asburgo), clarissa,  5 luglio

Margherita d'Asburgo, arciduchessa d'Austria, era figlia dell'imperatore Massimiliano II d'Asburgo, e di Maria di Spagna. L'undicesimo volume del “Leggendario Francescano”, che riporta “Istorie de Santi, Beati, Venerabili, ed altro Uomini illustri, che fiorirono nei tre Ordini di San Francesco”, pubblicato a Venezia nel 1722 a firma del padre F. Benedetto Mazzara, minore riformato, non manca di ricordare questa nobildonna della quale si avviarono le pratiche per la beatificazione. Nel 1580 in Spagna tra le Scalze Reali Francescane, vestì l'abito della prima regola di Santa Chiara.

lunedì 1 gennaio 2024

Anniversari del 2024



Servo di Dio Ettore Vernazza, laico e fondatore (+ 1524)

Santa Camilla Battista da Varano, clarissa (+ 1524)

San Vincenzo Maria Strambi, religioso passionista e vescovo (+1824)

Santa Maria Bernarda Butler, religiosa e fondatrice (+1924)

Servo di Dio Serafino Maria Ghidini, religioso barnabita (+1924)

Venerabile Daniele da Samarate, religioso cappuccino e sacerdote (+1924)


e molti altri!

Patrono dell'anno 2024

 


S. Giovanni Bosco, prega per me!


lunedì 21 agosto 2023

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giovedì 10 agosto 2023

Antonina, martire romana

 


Nel Martirologio Romano questa santa è menzionata tre volte: il 1 marzo, il 4 maggio e il 12 giugno, e ogni volta in maniera diversa, come se si trattasse di tre persone distinte. Si tratta invece della stessa persona, il cui dies natalis è il 4 maggio, come appare nel Martirologio Siriaco del IV secolo. Gli elogi del Martirologio Romano rispecchiano un'antica "passio" perduta. Secondo queste fonti Antonina, cristiana di Nicea in Bitinia, durante la persecuzione di Diocleziano arrestata per ordine del prefetto Priscilliano, fu battuta con le verghe, sospesa al cavalletto, dilaniata ai fianchi e infine arsa viva. Qualche codice del Geronimiano aggiunge che Antonina fu uccisa di spada. Alcuni documenti dicono che fu rinchiusa in un sacco e gettata in una palude; sembra, però, che queste circostanze non appaiano nei documenti più antichi. Secondo il Martirologio Siriaco e molti codici del Martirologio Geronimiano il martirio sarebbe avvenuto a Nicomedia, mentre altri codici lo pongono a Nicea in Bitinia. Questo dato sembra essere abbastanza certo. (Avvenire)

Il testo del Martirologio in corso scrive al 4 maggio:

Martirologio Romano: A Nicea in Bitinia, nell’odierna Turchia, santa Antonina, martire, che, crudelmente torturata e sottoposta a vari supplizi, dopo essere rimasta appesa per tre giorni e rinchiusa in carcere per due anni, fu da ultimo arsa nel fuoco dal governatore Priscilliano mentre professava la sua fede nel Signore.



La santa invece qui raffigurata è un’altra. Come dice il testo di Sicari: è una martire inventi delle catacombe romane traslata nella chiesa di S. Biagio alla Pagnotta (Roma) in pessime condizioni di conservazione.


Il Martire delle Catacombe è un “corpo santo” identificato tra le sepolture delle catacombe romane o in altre necropoli cristiane, che traslato e autenticato dalla competente autorità ecclesiastica, tra la fine del XVI secolo e la seconda metà del XIX secolo, fu inviato ed è venerato in modo privato o pubblico nelle chiese dell’Urbe e dell’Orbe, come segno di comunione nella fede cattolica ed esempio di testimonianza cristiana.

* * *

Dio onnipotente ed eterno, che hai dato ai santi martiri la grazia di comunicare alla passione del Cristo, vieni in aiuto alla nostra debolezza, e come essi non esitarono a morire per te, concedi anche a noi di vivere da forti nella confessione del tuo nome. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

(Comune dei Martiri, Messale Romano)

mercoledì 26 luglio 2023

Parasceva o Parasceve o Venera o Venere o Veneranda, un sola santa: Parasceve di Roma

 


Parasceva o Parasceve o Venere o Venera o Veneranda, subì il martirio nel II secolo sotto gli imperatori romani Antonino Pio e Marco Aurelio. Il giorno del culto è il 26 luglio.

Una figura che è ha poi suscitato innumerevoli questioni sulla sua origine, luogo di nascita e di morte, tanto che alcuni paesi la definiscono cittadina e evangelizzatrice, facendo propri alcuni elementi della Parasceve di Roma.

Una delle questioni certe che il corpo di Parasceve v. m. non è quello di Acireale perché qui è venerato un corpo delle catacombe romane.

Riporta la Bibliotheca Sanctorum:

PARASCEVE, vergine, santa, martire (?). Sarebbe stata martirizzata sotto Antonino Pio verso il 160, ha goduto di una grande popolarita durante il Medioevo e su di lei sono state scritte non meno di quindici passiones e un Elogio riportati in mss. dei secc. XI e XVI; pochi di questi testi pero sono stati pubblicati.

La storia di Parasceve e soprattutto le meravigliose peripezie dei suo martirio costituiscono un vero e proprio romanzo, caro ai cristiani dei secoli antichi che rimanevano edificati di fronte agli esempi dei santi, pur senza prestar fede ai fatti narrati, che costituivano soltanto un abbellimento letterario per destare 1’interesse dei lettore: tormenti subiti, miracoli straordinari, discorsi apologetici, ecc, La vita e il martirio di s. P. presentano tutti questi caratteri e, inoltre, due particolari risultano assolutamente inverosimili: l’esistenza di un monastero femminile a Roma nella seconda meta dei sec. II, e la pubblica predicazione dei Vangelo ad opera di una fanciulla, cosa discordante coi costumi dell’epoca e contraria al divieto fatto da s. Paolo alle donne di predicare la parola di Dio.

Nell’Italia meridionale b venerata con i nomi di s. Venera, Veneria o Veneranda.

La memoria della santa figura soltanto nei Menei moderni il 26 luglio, ma anche l’8 e il 9 novembre.


Santa Venere (Parasceve), venerata a Santa Sofia d'Epiro (CS)

giovedì 20 luglio 2023

Ravenna sta a S. Apollinare come Roma a S. Pietro

 

S. Apollinare di Ravenna, patrono di
Apollinara di Corigliano Calabro (CS)


S. Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all'opera di evangelizzazione dell'Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell'area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell'attuale Cattedrale cittadina. Sant'Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emilia-Romagna. (Avvenire)

lunedì 17 luglio 2023

il santo della riviera dei fiori: Giorgio Oppezzi

 


Giorgio Oppezzi è nato a Vignone, in provincia di Torino, nel 1503.

Ragazzo intelligente e vivace unì allo studio profonda fede e costante venerazione alla Madonna. Di famiglia benestante vide nei poveri dei fratelli da amare e servire.

A 16 anni, dopo lunga riflessione, seguendo la chiamata di Dio, chiede di entrare nei frati minori di Torino. Nell’ordine di San Francesco d’Assisi scopre la bellezza della povertà e del vivere semplici in perfetta armonia letizia e fraternità con tutti.

Non vuole che gli ricordino che è nato ricco e sceglie l’umiltà come stile di vita, occupando il tempo nello studio e nella preghiera e rendendosi prontamente disponibile per ogni genere di lavoro. Le virtù caratteristiche di Giorgio sono la purezza e l’ubbidienza. Teologo e diacono vede vicino il giorno della sua ordinazione sacerdotale: ma i disegni di Dio sono misteriosi e il destino per Giorgio Oppezzi era un altro. Era bravissimo negli studi ma era gracilino come fisico e Il clima freddo dell’alto Piemonte non era certo l’ideale per lui. Così i suoi superiori decisero di trasferirlo nel convento di Santa Maria degli Angeli a Sanremo. Insieme a due sacerdoti giunsero alla meta percorrendo la Valle Vermegnasca di Limone, il colle di Tenda e scendendo per la via del sale e Giorgio arrivò esausto nella Città dei Fiori. Pensarono che l’aria di mare gli avrebbe fatto bene e invece gli fu fatale.


A 22 anni, qualche giorno prima di celebrare la prima Messa, nella chiesa degli Angeli morì: era il 17 Luglio 1525. Pur dispiaciuti per la sua morte prematura Giorgio Oppezzi fu sepolto in una fossa comune insieme agli altri confratelli. Ma dopo 2 anni, il 30 Aprile 1527, quando aprirono la tomba per seppellire un altro sacerdote, il suo corpo era ancora perfettamente intatto, ed emanava un gradevole e soave profumo. Capirono subito che Giorgio Oppezzi era entrato nella grazia particolare di Dio. La notizia di questo miracolo si diffuse subito e intorno alla tomba iniziò la venerazione. A chi si rivolgeva a lui con devozione rispondeva con veri e propri miracoli: i ciechi riavevano la vista, gli zoppi camminavano, i malati di vaiolo venivano risanati, i pazzi e gli indemoniati rinsavivano...e la lista dei miracolati è molto lunga. Oggi purtroppo e poco conosciuto e viene venerato soltanto da chi conosce la sua storia.

Il corpo di questo beato si trova a vista nell’urna posta sopra l’Altare di destra rispetto all’ingresso principale della parrocchia di Santa Maria degli Angeliin Sanremo. 

(autore: Giuseppe Cugge)

lunedì 10 luglio 2023

Un martire romano a Moosburg: S. Castulo.

 


In commemorazione del 1100° anniversario di San Castulus a Moosburg nei giorni dal 3 al 10 luglio 1927.


Vita di San Castulo

San Castulo era inizialmente uno schiavo alla corte dell'imperatore romano che governava a quel tempo, un feroce persecutore dei cristiani (forse Diocleziano). La sua fedeltà e il suo servizio gli portarono non solo la libertà dalle catene di schiavo, ma anche l'alta posizione d'onore di un ciambellano imperiale. Ricchezza e prestigio, tuttavia, non dovevano appartenere al mondo, ma a Cristo e alla sua Chiesa povera e crudelmente perseguitata. Ecco perché il suo palazzo, come il suo cuore mite, era aperto a tutti i poveri e i perseguitati, a tutti gli stanchi e i deboli nella fede. Il fedele servo di Dio era un rifugio e un protettore per tutti, fino a quando egli stesso fu accusato di essere cristiano dagli scagnozzi dell'imperatore e trascinato davanti al giudice pagano. Castulus è stato picchiato a sangue tre volte con proiettili di piombo. Ma poiché non ha rinnegato Cristo e la sua fede, alla fine è stato sepolto vivo.

Dio non avrebbe dovuto glorificare la tomba di questo eroe fedele attraverso numerosi miracoli?  - Per questo due pii monaci portarono le reliquie del santo a Moosburg come un vero tesoro dei poveri e degli afflitti, dove la cattedrale di S. Castulo (Kastulus) si sviluppò presto in un fiorente e molto visitato luogo di grazia.

Santo Martire Castulo, rafforzaci nella nostra fede nelle verità della Chiesa di Cristo!

 

Sia lodato Gesù Cristo nei secoli dei secoli!

Prega per noi, o San Castolo!

Che i graziosi giorni giubilari del 1100° anniversario della traslazione delle ossa di San Castulo da Roma a Moosburg ci ispirino:

1. all'alta stima della vera fede santa e all'amore sincero per la Chiesa cattolica

2. al fedele adempimento dei doveri religiosi e alla coscienziosa osservanza dei santi comandamenti di Dio e della Chiesa. Comandamenti di Dio e della Chiesa

3. alla venerazione speciale di San Castulo come patrono dei contadini di Moosburg, fondando una confraternita di S. Castulo e aderendo ad essa.

Preghiera.

O Santissima Trinità, ti ringrazio per la gloria e lo splendore che hai concesso al coraggioso testimone del sangue, San Castolo; concedimi anche la grazia di raggiungere felicemente la mia salvezza eterna attraverso una franca confessione della mia fede e attraverso i valori dell'amore cristiano.

Ma tu, San Castolo martire, che hai confessato così impavidamente la tua santa fede e ti sei battuto per la fede cristiana, e sei andato eroicamente alla morte per la verità cristiana, possa anche tu essere benedetto. Prega anche per me, affinché io possa coraggiosamente imitare il tuo santo esempio, preferendo fare tutti i sacrifici piuttosto che vergognarmi della mia fede e offendere il mio Dio peccando. Aiutami in tutte le difficoltà della mia vita terrena, affinché, libero dalle opprimenti preoccupazioni del tempo, possa ancor più gioiosamente aderire e servire il mio Dio, finché un giorno lo loderò e glorificherò con te per tutta l'eternità. Amen.


Esortazioni religiose.

Dio, il sole della tua vita non deve mai tramontare su di te! Non dubitare di Dio e delle sue sante verità. Ampliate e approfondite la vostra conoscenza religiosa attraverso una lettura appropriata e la partecipazione regolare ai sermoni! Prega e adempi i tuoi doveri cristiani e gli obblighi professionali con diligenza. Non cercate la felicità nei piaceri mondani. Onora e proteggi tuo padre e tua madre, specialmente nella vecchiaia. Tieni alta la purezza, - in te stesso e negli altri! Oh, come si agita la sensualità, a volte velata e danzante, a volte aperta e insolente. Per amore della Madre, per amore di tua madre, come giovane o uomo, rispetta il sesso femminile. Non essere il distruttore dell'innocenza e della salute, sii il loro protettore!

Pensa spesso alle ultime cose e alla tua meta lontano dal mondo!

Imprimatur: Monachii, 12 giugno 1927. M. Buchberger Vic. gen.

venerdì 30 giugno 2023

Sacri Corpi e Corpi Santi, ma anche corpi in ceroplastica e corpo incorrotti: differiscono?

 

Certo che differiscono!!! Ma non è chiaro ai molti  appassionati-devoti e ai collezionisti dei santini o holy card.

SACRI CORPI sono corpi della santità cristiana dai martiri dei primi secoli ai recenti beati e santi.

Alcuni posso essere incorrotti e altri ricostruiti in ceroplastica o altro materiale.

I CORPI SANTI invece sono SOLO MARTIRI delle catacombe e necropoli cristiane, raramente mummificati, ma non incorrotti e spesso rivestiti in ceroplastica.


sono SACRI CORPI 






beato Davanzato






San Giovanni Il Russo

invece sono CORPI SANTI





San Felice Martire